La Sicilia e i Siciliani
Come promesso, prima ancora che dei luoghi voglio parlarvi delle persone che hanno segnato il nostro soggiorno in Sicilia. Di chi ci ha ospitati, guidati e rifocillati.
Tengo a precisare che non ho accordi con nessuna di queste strutture e che si tratta di segnalazioni assolutamente spontanee.
Il primo giorno, a Palermo, abbiamo avuto la fortuna di incontrare Pietro (accidenti, non ho nemmeno una sua foto!), preziosissimo contatto segnalatoci da Chiara. Avendo poco tempo a disposizione (lo abbiamo contattato all’ultimo minuto) Pietro ci ha guidati in una visita della città a passo di marcia, riuscendo a farci vedere un gran numero di luoghi interessanti (di cui vi parlerò nei prossimi giorni) e a portarci sia a mangiar pesce a pranzo nel quartiere di Sferracavallo (segnatevelo, questo è uno di quei luoghi in cui i comuni mortali – volevo dire… turisti – non arrivano) che a provare il gelato al pistacchio più buono del mondo. Non ricordo il nome del ristorante in riva al mare (molto spartano ma con pesce freschissimo) ma la gelateria era «il gelatone», in via Autonomia Siciliana 98.
Quella sera, esausti, siamo approdati a Marsala da Paolo e Paola, del B&B Dai Siciliani. Numero uno su TripAdvisor, meritano senz’altro la loro buona reputazione.
Paola ci ha preparato la migliore colazione di tutta la mia vita, con la quale siamo andati avanti saltando il pranzo fino alle 16. Quando, a quell’ora, il nostro stomaco ha iniziato a reclamare un rifornimento, avevamo i panini avanzati dalla colazione, che Paola ci aveva prontamente impacchettato e consegnato. Che non si sa mai.
Paolo ci ha invece iniziati alla creazione di cestini e di oggetti vari realizzati intrecciando ramoscelli e foglie.
E poi c’è Franco, scafista dell’isola di Mozia, che ci ha raccontato a voce (a differenza dei suoi concorrenti, che utilizzano un CD) tutta la storia dell’isola, dei Fenici e del Marsala.
Proseguiamo con Pierluigi – modicano doc e guida senza pari – e sua moglie Rossella, compagna di liceo di Flavia (nella foto insieme a lei), che ancora non è riuscita a convincerla ad iscriversi a facebook (tanto ai «mi piace» ci pensa suo marito).
Rossella e Pierluigi ci hanno portati a cena all’Osteria dei Sapori Perduti. Dal tavolo dll’osteria ho mandato un messaggio a mio marito: «Cattive notizie: voglio vivere qui». Ho bisogno di aggiungere altro?
Chi mi segue da tempo lo sa, ho la sindrome de «voglio vivere qui». Il problema è che ogni tanto prendo baracca e burattini e lo faccio davvero ;-).
Un altro ottimo motivo per trasferirsi a Modica è il cioccolato. Il cioccolato in generale, quello dell’ Antica Dolceria Bonajuto in particolare. Bonajuto è, in una parola sola, il paradiso. Invece di San Pietro troverete ad accogliervi Beatrice e Beatrice. Davanti ai vostri occhi, campioni di cioccolato di ogni sorta che non chiede altro che di essere assaggiato.
«Sì, ma noi cambiamo destinazione ogni giorno… non possiamo mica lasciarlo in macchina» azzardo.
«Il nostro cioccolato non si scioglie neanche sotto il sole dei tropici» risponde Beatrice.
Affare fatto. Viaggiando solo con il bagaglio a mano, ho lasciato a Catania due paia di scarpe per far posto al cioccolato. Che dopo diversi giorni di «cottura» in macchina, è arrivato a casa leggermente deformato ma ancora ottimo. Ora viene la parte più dura: farlo durare. Un cioccolatino al peperoncino con un bicchiere di rosso dopo cena: ecco il mio vizio di questi giorni, per contrastare il mal di Sicilia.
La buona notizia è che Bonajuto vende anche online. Almeno non rischio la crisi di astinenza.
A Modica abbiamo soggiornato da Nacalino, un agriturismo bellissimo poco fuori città.
A Ortigia invece abbiamo alloggiato in un hotel molto bello scelto prevalentemente perché aveva la spa, della quale io e Flavia ci siamo presto stufate, preferendo una corsetta intorno all’isola.
Il giorno dopo, passeggiando per il centro, siamo state letteralmente «catturate» da un profumo irresistibile che portava dritto dritto in un vicoletto. Pochi tavoli al riparo dal sole cocente che ci inseguiva senza tregua, un signore molto elegante ad accoglierci, ed ecco prenotato il tavolo aspettando che il resto del gruppo ci raggiungesse. Era il «Per Bacco», piccola oasi nel mezzogiorno ortigiano, in via Basento 14, alle spalle del Duomo.
E che dire di Giovanni e Patricia, catanese lui, parigina lei, sembrano usciti da un romanzo d’altri tempi. Entrambi artisti, ogni oggetto, ogni piccolo dettaglio della loro casa e di quelle che affittano esprime la loro creatività ed originalità.
Li trovate a Palazzu Stidda, nel centro storico di Catania. Una palazzina che Giovanni ha ristrutturato con le sue mani per dieci lunghi anni perché potesse diventare il gioiello che è oggi.
È stato proprio Giovanni a consigliarci due ristoranti che valgono, da soli, un viaggio a Catania. Il primo è la Trattoria Da Antonio, in via Castello Ursino 59. Piatti freschissimi a base di pesce, una fritturina da capogiro e, per una fortuita coincidenza, abbiamo potuto gustare anche le ostriche, che di solito non fanno parte del menù.
La seconda sera, invece (perdonami, Antonio!) siamo stati da MM in piazza Pardo, dentro al mercato del pesce. Molto suggestiva la location e originale l’arredamento, ispirato all’antica macelleria della quale il ristorante ha preso il posto. Un’abbuffata di pesce crudo (ma non solo) che non siamo riusciti a finire, e che la signora ci ha prontamente impacchettato definendolo altrimenti un «peccato mortale!»
Il mattino dopo un giro con la fotografa (grazie Francesca Teora!) per le strade di Catania, e poi via verso l’aeroporto. Felice di riabbracciare i miei bambini ma già con una grande nostalgia di questa meravigliosa terra, della sua cucina e dei suoi abitanti.
Per concludere il video che Lorenzo, il nostro videomaker, ha realizzato per me. Manca solo la scena in cui non riuscivo ad uscire da Bonajuto: facevo un passo avanti e due indietro…
Ma una delle persone più importanti di questo #unviaggiosocial è Francesca, che ci ha accompagnate, coordinate e soprattutto sopportate durante questo viaggio meraviglioso. Grazie Francesca!