Sicurezza in Auto: il Tuo Abbraccio NON Basta
Di sicurezza in auto si parla tanto, eppure alcuni luoghi comuni sono duri a morire. Qualche giorno fa parlavo con Leonardo di quanto fosse difficile muoversi quando lui era piccolo. Lui voleva stare sempre in braccio e non sopportava di essere legato. Io sono contraria al “lasciar piangere” i bambini e ho quindi sostituito il passeggino con il mei tai.
In auto, però, è tutta un’altra storia. Mi capita spesso di vedere (o di sentire racconti di) genitori che, per calmare il loro bambino, lo prendono in braccio. Per loro si tratta di un gesto d’amore: il bambino è evidentemente a disagio, e le braccia di mamma e papà sono per lui il posto più sicuro.
Il posto più sicuro?
Questa affermazione, purtroppo, non è una verità assoluta. Al contrario: diventa pericolosissima quando ci si trova in auto. Molti non sanno, infatti, che in caso di urto ad una velocità di 50km/h, è come se il peso del bambino fosse moltiplicato per 14. Questo significa che il tuo fagottino da 10 kg diventa un macigno da 140, che ti sarà impossibile trattenere e quindi proteggere.
Anche sui sedili posteriori!
Un altro luogo comune è che le cinture siano indispensabili solo per chi è seduto davanti. Ho visto molte persone sorvolare sulle cinture di sicurezza nei sedili posteriori. Ebbene, ti invito a guardare qualche crash test su YouTube: scoprirai che i passeggeri che viaggiano dietro non sono affatto al sicuro. In caso di urto vengono proiettati in avanti e possono tranquillamente sfondare il parabrezza per ritrovarsi catapultati sull’asfalto.
Cinture e seggiolini
Ma non è tutto: le cinture, da sole, sono efficaci solo per passeggeri che superino l’altezza di 150cm. Per i bambini di altezza inferiore è indispensabile utilizzare un seggiolino o un rialzo. In caso contrario la cintura stessa può essere fatale.
Ultima precisione: la cintura di sicurezza deve essere allacciata correttamente: se il bambino la infila sotto il braccio, come a volte accade senza che ce ne accorgiamo, questa perde completamente la sua efficacia.
Le alternative
Tornando alla conversazione con Leonardo, gli spostamenti fatti quando lui era piccolo erano davvero una tortura: lui era capace di urlare per ore e, contrariamente alla maggior parte dei bambini, NON dormiva in macchina. Non è facile guidare con un bambino che piange, ma la soluzione NON è toglierlo dal seggiolino. Quali sono le alternative?
- limitare gli spostamenti in auto al minimo indispensabile
- se si è in due, il passeggero può sedere dietro, accanto al bambino, per cercare di calmarlo e/o intrattenerlo
- Fare delle soste: non importa se il viaggio durerà il doppio del previsto. L’importante è arrivare. Tutti, sani e salvi.
- Dvd. Non sono favorevole all’esposizione eccessiva e precoce agli schermi ma qui parliamo di sicurezza, e se guardare un Dvd calma il bambino e permette all’adulto di guidare serenamente, sarà senz’altro il male minore. Ci sono dispositivi che possono essere fissati al sedile anteriore senza rappresentare un pericolo in caso di urto. Non eccedere nell’utilizzo di questi dispositivi e riservali agli spostamenti lunghi.
La sensibilizzazione
Cosa possiamo fare per far capire alle persone quanto siano pericolosi alcuni atteggiamenti apparentemente innocui? Io e Leo ce lo siamo chiesti al termine della conversazione. Così è nato il video che vedi qui sotto.
Se ti sembra utile, condividilo con i tuoi contatti.