Quaranta (e non sentirli)
Oggi compio quarant’anni. Non mi sento vecchia, come non mi sono mai sentita giovane. Fin da bambina, sono sempre stata fuori fase rispetto ai miei coetanei e rispetto a ciò che gli altri si aspettano comunemente da una bambina, poi da un’adolescente, da una giovane donna, eccetera. Man mano che gli anni passano, mi sembra che la mia età anagrafica si avvicini sempre più alla mia età «interiore».
Pur avendo trascorso un certo numero di anni in un corpo infantile, non sono mai stata una bambina. Non condividevo gli interessi né i giochi delle mie coetanee, e le loro scaramucce mi esasperavano. Per loro ero una bambina strana. Per la mia suora-maestra una specie di asociale. Io non desideravo altro che un libro e un po’ di silenzio.
Da ragazzina, tutte le mamme volevano accasarmi con i loro figli. Loro invece nemmeno mi guardavano. Ero troppo seria.
Poi ho iniziato ad avere i primi fidanzati e, mentre le mie amiche sognavano senza successo di ricevere il famoso anello, io collezionavo le proposte di matrimonio.
Alla fine ho deciso di metter su famiglia (senza sposarmi, almeno all’inizio), e di fare la mamma a tempo pieno in un’epoca in cui questa scelta non era affatto in voga.
Però poi ho inavvertitamente imboccato e cavalcato la moda nascente del mommy blogging, e per una volta mi sono trovata ad essere non solo al passo con i tempi ma addirittura all’avanguardia. Ho addirittura scritto un libro per aiutare altre mamme a realizzarsi professionalmente grazie al web.
Ma i figli crescono, le mamme imbiancano e gli interessi mutano, o meglio, germogliano. Il seme dello yoga, ad esempio, è stato gettato nella mia vita quando avevo appena sei anni ed è rimasto in silenzio in un angolo, come una cosa che prima o poi avrei fatto, finché l’urgenza della depressione post-parto non mi ha messa alle strette.
La pratica ha occupato nel corso degli anni un posto sempre più importante nella mia vita, e ha fatto di me una persona più forte, più paziente, più equilibrata. Una persona migliore.
Arrivata a quarant’anni mi sento in gran forma, anche se l’ortopedico mi ha vietato di correre, l’oculista mi ha prescritto gli occhiali per leggere e l’osteopata mi ha consigliato di limitare le asana troppo «acrobatiche».
La mia vita non è stata sempre facile ma negli ultimi anni ho realizzato sogni che non avevo nemmeno osato sognare.
Ultimamente – ve ne sarete accorti dalla mia minore presenza in rete – credo di essere in una fase di transizione. Mi sento come il bruco che si chiude nel suo bozzolo e aspetta di vedere cosa ne verrà fuori. Forse sarà una meravigliosa farfalla colorata come quella che speravo uscisse dal bozzolo del bruco che abbiamo allevato la scorsa estate, o forse una più modesta falena, come quella che invece ne è uscita.
Una cosa è certa: avrà le ali.