Parliamo alle nostre figlie… prima che lo facciano le aziende
Nei giorni scorsi questo video (che potrebbe essere il seguito di quello che vedete qui sopra), intitolato “Talk to your daughter before the industry does” (Parla a tua figlia prima che lo facciano le aziende) mi ha fatto molto riflettere. I continui condizionamenti da parte dei media e delle aziende che tentano di venderci prodotti miracolosi, in grado di trasformarci in qualcosa che somiglia sempre più a Barbie e sempre meno ad un essere umano finiscono – che lo vogliamo o no – per aprirsi un varco nella nostra mente. Come l’acqua riesce, goccia dopo goccia, a scavare la roccia, così queste immagini finiscono con il convincerci che quella è la realtà, che quella è la bellezza. E quale donna non desidera essere bella? Il risultato è una bella dose di frustrazione.
Qualche tempo fa, ad una festa qui nel nostro paesello, una signora anziana non voleva farsi fotografare. Un uomo seduto poco lontano l’ha esortata a cambiare atteggiamento: “Mia madre non voleva mai comparire nelle fotografie di famiglia – le ha raccontato – ora che non c’è più non abbiamo nemmeno una foto per ricordarla”.
Siamo in molti (e soprattutto in molte) a fare i timidi davanti all’obiettivo, o a inorridire di fronte agli scatti che ci ritraggono. Non vediamo altro che quella ruga, impercettibile agli altri, o le occhiaie, risultato delle lunghe nottate passate a lavorare o ad accudire i nostri figli.
Dimentichiamo che per i nostri figli una nostra fotografia (con tanto di rughe, pancia e doppio mento) sarà un giorno un tesoro prezioso. Dimentichiamo che chi ci ama non vuole scattare un’immagine da copertina, ma vuole un’immagine di noi. Dimentichiamo che siamo belle così, e che l’ideale a cui aspiriamo è – appunto – un ideale.
Quando ci siamo messe in testa di non essere belle? Quando il vaso del condizionamento è traboccato, togliendoci ogni speranza? Cosa possiamo fare perché le nostre figlie non cadano in questo tranello?
Mi piacerebbe proporre – alle mie figlie e alle vostre – dei modelli veri ai quali ispirarsi. Modelli le cui qualità vadano oltre l’aspetto estetico. Nei prossimi giorni vi proporrò alcuni “ritratti” di donne a cui vorrei somigliare, e vi spiegherò i motivi della mia ammirazione nei loro confronti.
Mi piacerebbe che mi parlaste – nei commenti, sui vostri blog o sui vostri canali social – delle donne a cui vorreste somigliare e dei motivi della vostra scelta. Parlate di loro come se parlaste ad un bambino. L’obiettivo infatti è raccogliere tutte le testimonianze e proporle alle nostre figlie, come “antidoto” all’overdose da photoshop.
Che cosa ne dite? Se avete un blog, segnalatemi i vostri contributi sull’argomento. Li raccoglierò linkandoli al banner #talktoyourdaughter nella mia sidebar (che potete prelevare infondo a questo post e inserire anche nella vostra, se lo desiderate). Poi magari potremo trasformarli in un e-book da regalare alle nostre bambine.
Se non avete un blog, spargete comunque la voce, condividendo questo post e quelli delle persone che aderiranno all’iniziativa, e partecipando alla discussione con l’hashtag #talktoyourdaughter.
Prima di lasciarvi, ancora un bellissimo video, sempre prodotto da Dove. Un artista cerca di tracciare il ritratto di alcune donne prima in base alla descrizione che loro fanno di se stesse, poi secondo quella fatta da altri. Il risultato, di sicuro, non vi sorprenderà.
Codice per il banner #talktoyourdaughter, da copiare e incollare nelle vostre sidebar:
<p style=”text-align: center;”><a href=”http://www.lacasanellaprateria.com/2014/01/parliamo-alle-nostre-figlie-prima-che-lo-facciano-le-aziende/”><img alt=”talktoyourdaughter” src=”http://www.lacasanellaprateria.com/wp-content/uploads/2014/01/talktoyourdaughter.jpg” width=”300″ height=”156″ /></a></p>
Ringrazio anticipatamente chi vorrà partecipare. Spero che raccoglieremo tante belle storie di donne che “valgono” indipendentemente dal loro aspetto fisico!
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