Paddle yoga
Da circa un anno ho scoperto, grazie ad un’amica, lo Stand Up Paddle (SUP). Un modo meraviglioso per fare sport all’aria aperta, in mezzo alla natura. Con un gruppo di mamme ci siamo organizzate per praticarlo al lunedì, dopo aver lasciato i bambini a scuola. Per me è stata una vera e propria rivelazione, e dal paddle con le amiche all’idea del paddle yoga, molto in voga in questo momento, il passo è davvero molto, molto breve.
Come spesso accade, l’Universo ci ha messo il suo zampino e mi ha portato uno sponsor pronto a sostenermi in questa avventura (Brunotti mi accompagnerà per tutta l’estate qui sul blog e durante le lezioni di paddle yoga che terrò ogni venerdì a Sainte-Maxime… se siete nei paraggi, fate un fischio!) e una spiaggia felice di accoglierci fornendo i paddle board a chi non ne ha.
La pratica dello yoga su paddle board è molto diversa dallo yoga tradizionale. C’è un po’ meno introspezione, ma un grande senso di fusione con la natura. Richiede un maggiore sforzo fisico ed è una grande sfida in termini di equilibrio.
Io lo considero lo “yoga delle vacanze”. Lo praticherò e lo insegnerò durante i mesi estivi, nel periodo in cui i corsi, solitamente, sono sospesi. Insomma, la sua pratica non sostituisce – a mio parere – quella dello yoga tradizionale, ma è un ottimo complemento, soprattutto in un periodo in cui si praticherebbe poco o niente.
Sul paddle cullato dalle onde, la stabilità è una sfida continua, e torniamo tutti (io per prima!) principianti, ritrovando quell’umiltà di cui parlavo nei giorni scorsi.
Finita la lezione, tutti a bordo per un giro di paddle in famiglia. I bambini adorano questa mia nuova passione e mi accompagnano volentieri nelle mie passeggiate in mare.
Il mio paddle è gonfiabile quindi quando è ora di tornare a casa lo carico tranquillamente in macchina e via.