Montessori e il Senso di Meraviglia
Proteggere e alimentare il senso di meraviglia, fornendo regolarmente occasioni per scoprire da sé le meraviglie del mondo che ci circonda ma anche le meraviglie di cui sono capaci il proprio corpo e la propria mente, è uno dei principali obiettivi della pedagogia Montessoriana. La Montessori non insegnava ai bambini a leggere ma permetteva loro di scoprire la propria capacità di leggere. Non insegnava i teoremi o leggi della fisica, ma accompagnava i bambini alla scoperta degli stessi. Lo stupore che brilla negli occhi del bambino di fronte ad una nuova scoperta fa tutta la differenza.
Ecco un altro dei motivi per cui è fondamentale aiutare i nostri bambini a fare da soli: un concetto già pronto, impacchettato e servito su un piatto d’argento non colpirà la loro attenzione quanto una scoperta che è il risultato di un interesse prima, di un’indagine e di un lavoro poi.
Studiare le eruzioni vulcaniche è affascinante. Riprodurne una è indimenticabile!
Il termine esperimento, del resto, viene da esperienza, ovvero “prova che fornisce l’occasione di conoscere direttamente qualcosa”. Per questo, accanto ai materiali già utilizzati nella fascia di età precedente e a tutte le attività di vita pratica che continuano ad essere svolte, in modo sempre più raffinato, fra i 6 e i 12 anni compaiono, nel curriculum Montessori, molti esperimenti.
Al momento (forse ti chiedevi dove fossi finita?) sto appunto lavorando al secondo volume della serie “Montessori per Tutti“, dedicato ai bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 12 anni. Ieri abbiamo testato tutti, ma proprio tutti gli esperimenti inseriti nel libro, e nonostante i miei figli li conoscessero quasi tutti si sono divertiti tantissimo. Chiara non aveva ancora mai fatto quello del vulcano e, dopo che Leo e il suo amico Roman lo avevano realizzato, ha passato ore ad aggiungere aceto e bicarbonato. La ripetizione è molto importante perché permette al bambino di esplorare un fenomeno fino a che non avrà esaurito completamente la sua curiosità, spento la sua sete di conoscere.
Se il tuo bambino si diverte a ripetere lo stesso gioco o la stessa esperienza (che sia un esperimento o meno), non chiederti perché lo fa e non spingerlo a passare ad altro – a meno che, ovviamente, l’attività che cattura il suo interesse non sia distruttiva o diseducativa. Sta seguendo una spinta interiore che noi adulti non sappiamo più ascoltare, che è estremamente preziosa e che andrebbe protetta in ogni modo possibile.