Montessori: il Materiale e la Pedagogia
Di Sylvia Dorance.
Quasi tutti abbiamo sentito parlare dei materiali Montessori. La sua efficacia per i bambini piccoli, anche con difficoltà di apprendimento spiinge un numero sempre maggiore di scuole ad utilizzarlo. Spesso vengono anche utilizzati a casa, dai genitori, come complemento ad un’altra forma di insegnamento. Molti genitori li utilizzano anche per stimolare i propri figli. Ma questa grande notorietà presenta anche un inconveniente: l’utilizzo dei materiali è spesso visto come una serie di ricette da applicare, mentre lo spirito della pedagogia Montessori viene lasciato da parte. Come in tutte le pedagogie dette “attive”(Dewey, Freinet, Decroly, Steiner, etc.), questo spirito è invece fondamentale.Ma che cos’è la pedagogia attiva? Si tratta di un modo particolare di considerare il bambino, il suo ruolo nel processo di apprendimento e l’attitudine dell’insegnante. Il bambino viene messo al centro, mentre nella pedagogia tradizionale sono le conoscenze ad occupare il posto centrale. Il bambino è considerato come una persona a tutti gli effetti, e vengono rispettati i suoi gusti, i suoi ritmi e le sue preferenze. Il bambino diventa attivo, invece di attendere passivamente che lo si “riempia” di conoscenza.
L’insegnante accompagna il bambino nelle sue scoperte. E’ una guida amorevole e non più un censore onniscente. Deve, ovviamente, farsi rispettare e indicare ciò che è permesso fare in un gruppo sociale e ciò che non è permesso . Ma questi obiettivi vengono raggiunti soprattutto attraverso l’esempio. Non punisce ma fa capire al bambino dove sta il suo interesse e quello della collettività. Non distribuisce delle verità ma spiega e aiuta a scoprire.
Il bambino, posto in un ambiente nel quale si sente a proprio agio, in cui le regole sono precise ma applicate con dolcezza, può letteralmente “sbocciare”, prendere iniziative, dare il meglio di sé, progredire al proprio ritmo, diventare autonomo.
Tutte le nozioni sopra elencate si ritrovano nella pedagogia Montessori, in particolare la necessità dell’esperienza personale dem bambino. Conosciamo bene la frase della Montessori “Aiutare il bambino a fare da sé”.
Una delle particolarità della pedagogia Montessori è quella di aver messo l’accento sull’apprendimento attraverso i sensi, essenzialmente il tatto e la vista. Da qui deriva l’aspetto estetico e attraente dei materiali utilizzati e il fatto che, nella maggior parte dei casi, il bambino debba toccare, manipolare il materiale stesso per appropriarsene e comprendere i concetti ad esso legati.
Infine, non possiamo concludere queste considerazioni senza evocare i “periodi sensibili” descritti da Maria Montessori. Secondo lei il bambino tra i 2 e i 6 anni, attraversa dei periodi più o meno lunghi e che spesso si accavallano, durante i quali è particolarmente ricettivo nei confronti di determinati apprendimenti: la coordinazione dei movimenti, l’ordine, il linguaggio, l’affinamento dei sensi, eccetera. Passati questi periodi propizi, gli apprendimenti in questione richiederanno uno sforzo di gran lunga superiore o potrebbero, addirittura, andare persi definitivamente.
Possiamo notare che una pedagogia di questo tipo supera ampiamente le semplici istruzioni da seguire per utilizzare i materiali. Si tratta di un’attitudine e di un’attenzione particolare dell’adulto nei confronti del bambino, non solo durante l’insegnamento ma nella vita di tutti i giorni.