Meditazione per Bambini (e per Principianti)
Da quando ho iniziato ad insegnare lo yoga la mia pratica personale è diventata ancora più seria e regolare. Un posto importante è occupato dalla meditazione, alla quale dedico ora mezz’ora tutti i giorni.
Di solito medito quando i bambini sono a scuola. Il fine settimana li avverto che ho bisogno di un po’ di calma, mi chiudo in camera da letto, e incrocio le dita. A volte tutto fila liscio, altre meno. Ho imparato a non perdere la calma. Non per questo, almeno.
Domenica scorsa c’era un bellissimo sole e faceva anche caldo, quindi ho pensato di sistemarmi in terrazzo. I miei figli sanno che medito ma di solito lo faccio fuori dalla loro vista. Quel giorno, invece, potevano vedermi attraverso i vetri.
Leonardo è venuto a sedersi vicino a me. Sentendolo arrivare, ho aperto gli occhi.
«Stai meditando?»
«Sì»
Si è seduto sul tappetino, di fronte a me, gambe incrociate, occhi chiusi, e ha iniziato ad imitarmi. Con scarsi risultati, però. Continuava a muoversi, impedendomi – di fatto – di meditare.
Così gli ho proposto di entrare in casa e di fare un esercizio di concentrazione. Ricordate? La concentrazione è la tappa che precede la meditazione. Ci siamo messi in camera sua e abbiamo steso il tappetino, seduti a gambe incrociate, rivolti l’uno verso l’altro. In mezzo tra noi due ho sistemato una candela. L’ho accesa e gli ho spiegato che ci saremmo concentrati entrambi sulla fiamma per tre minuti.
«Saranno tre minuti lunghissimi. Se vuoi possiamo iniziare con uno solo».
«No, facciamo tre».
La meditazione spiegata a un bambino
Gli ho quindi spiegato che la meditazione serve ad imparare a controllare la mente:
«Quando sei nato non sapevi usare le mani. Ti sei esercitato ogni giorno per mesi, in alcuni casi per anni, prima di riuscire a fare tutto ciò che fai oggi con le tue mani. Se il tuo cervello dice alla tua mano di prendere qualcosa, la mano obbedisce subito, giusto? Se invece il tuo cervello dice alla tua mente di non pensare ad una certa cosa, la mente obbedisce?»
«No»
«Grazie alla pratica della concentrazione – prima – e della meditazione – poi – educhiamo la nostra mente in modo che questa ci obbedisca. Ma attenzione, lei non vuole essere addestrata. Preferisce fare quello che le pare. Per questo, mentre cercherai di concentrarti, proverà in ogni modo a dissuaderti con pensieri di ogni sorta. Coinvolgerà anche il corpo, che avrà una gran voglia di muoversi. Se vuoi fargli capire chi è il capo, devi insistere. Non cercare di scacciare i pensieri. Ogni volta che si presentano, riporta semplicemente l’attenzione alla candela».
Bastano pochi minuti
Abbiamo programmato il timer a tre minuti e – contrariamente a quanto avevo previsto – sono volati. Leonardo è rimasto fermo e tranquillo. Gli ho chiesto come si sentiva e mi ha risposto «bene». Gli ho quindi proposto di fare questo esercizio insieme ogni sera prima di andare a dormire e lui ha accettato con entusiasmo.
Si tratta di un esercizio che potete praticare insieme ai vostri bambini. Il modo migliore per creare interesse è probabilmente quello che io ho fatto involontariamente. Sedetevi in un angolo a fissare la candela, e aspettate che siano loro ad interessarsi a ciò che state facendo. Se non lo fanno, significa che non è ancora il momento.
Questo esercizio è un ottimo inizio anche per chiunque volesse avvicinarsi alla meditazione. Sedetevi (in questo caso da soli e sicuri di non essere disturbati) a gambe incrociate, mantenendo la schiena ben diritta – se necessario appoggiatevi ad una parete – e fissate l’attenzione sulla fiamma per cinque minuti. La settimana successiva potrete passare a 10, poi 15 e 20.
La mente si ribella
Come dicevo a Leo, la mente farà probabilmente di tutto per scoraggiarvi, dicendovi che state perdendo tempo o che siete una frana perché non riuscite a concentrarvi. Non cascateci! L’unico errore che potete fare è rinunciare, o accorciare il tempo che avevate stabilito prima di iniziare.
Ci vuole tempo per raccogliere i frutti di questa pratica ma fin dall’inizio, se non cadete nella trappola dell’ansia da prestazione, noterete i benefici sul vostro umore. L’ideale sarebbe riuscire a ritagliarsi 5-10 minuti tutti i giorni, magari al mattino puntando la sveglia un poco prima degli altri.
Solo pochi minuti al giorno in cui “non ci siete per nessuno” e vi dedicate esclusivamente a voi stessi.
Che dite, si può fare?
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Che siate principianti o meditatori esperti, se desiderate un corso intensivo, di quelli che cambiano la vita, vi consiglio con tutto il cuore l’esperienza del Vipassana.