Una Mamma a Parigi
Qualcuna di voi l’aveva indovinato. Altre lo hanno scoperto in anteprima su Facebook. Lo scorso fine settimana sono stata a Parigi. Un’avventura che definirei surreale. Un viaggio tanto desiderato, per poter assistere al Salon Créations et Savoir Faire.
Una decisione tormentata. Lasciare i bambini è per me sempre una gran fatica. Un inizio promettente (viaggio di andata accanto ad una specie di Ashton Kutcher francese) ha lasciato il posto ad un terribile mal di stomaco, probabilmente psicosomatico, poi ad una crisi disperata quando ho saputo che dalle mie parti si stava abbattendo una vera e propria tempesta.
La nostra zona è stata in passato colpita da violente inondazioni e quando ho chiamato casa, dopo aver saputo che era stato dichiarato il livello di emergenza arancione (quello successivo è il rosso ed è il più grave in assoluto), ho saputo che i miei bambini erano al buio. Un fulmine aveva fatto saltare la corrente in tutta la zona.
Nella mia mente di madre iperprotettiva si sono scatenate le peggiori ipotesi. Immaginavo i miei figli spaventati, al buio, senza che la loro mamma potesse consolarli. Li immaginavo trascinati via da un’improvvisa onda anomala scesa giù dalle colline, mentre io me ne stavo tranquilla al quinto piano di un elegante palazzo parigino.
Ho pianto come non avevo mai pianto prima. Mi sono sentita terribilmente in colpa per aver lasciato i miei cari in un momento così drammatico.
La sensazione di impotenza era terribilmente opprimente. Quasi 900 km mi separavano dai miei bambini, e non c’era assolutamente nulla che io potessi fare per loro. Una delle peggiori nottate della mia vita.
Il mattino dopo splendeva il sole sulla nostra Casa nella Prateria. La mia casa era intatta e i miei figli sani e salvi. Mi sono sentita una stupida per essermi fatta prendere dal panico fino a quel punto.
Splendeva il sole anche a Parigi e, insieme a mia cognata (che mi ha gentilmente ospitata) sono stata a spasso per la Ville Lumière. Tappa obbligata: La Droguerie. La mecca di ogni sferruzzatrice che si rispetti.
Dopo aver fatto rifornimento di filati, perle e piume per alcuni dei miei progetti di cui vi parlerò prossimamente, rotta verso quello che era il vero obiettivo di questo viaggio.
Il salone è stato decisamente all’altezza delle mie aspettative. Una vera gioia per gli occhi e per il cuore. Un sacco di persone meravigliose e poi filati e tessuti da strapparsi i capelli.
Per oggi posso darvi solo un assaggio. Sto riordinando le foto (e le idee), che pubblicherò nei prossimi giorni.