Lunghi Viaggi in Famiglia
Tra le persone che stanno seguendo il nostro viaggio in Thailandia molte mi chiedono come sono riuscita ad organizzarlo. Un viaggio vdel genere non è poca cosa, sia sotto il profilo economico che organizzativo, e in molti pensano – a torto – di non poterselo permettere.
L’aspetto economico
Per quanto riguarda l’aspetto economico, si tratta di una questione di scelte. Questo viaggio non ci costerà più di due settimane al mare nel mese di agosto o in montagna a sciare d’inverno. A noi è sempre piaciuto muoverci fuori stagione. Ora, per via del lavoro di Jean, partire nei mesi estivi è diventato impossibile. E siccome non amiamo il freddo, abbiamo deciso di inseguirel’estate. Se la montagna non va da Maometto…
Ovviamente un viaggio come questo non è alla portata di tutti, ma è alla portata di chiunque abbia un budget da dedicare alle vacanze. Se al momento non ce l’hai, vorrei tranquillizzarti: noi siamo stati due settimane in Corsica nel 2003, e le vacanze successive sono state quelle a Mauritius nel 2015. L’anno scorso non ci siamo potuti permettere un lungo viaggio; quest’anno sì. In entrambi i casi, si tratta di destinazioni nelle quali vitto, alloggio e spostamenti possono essere estremamente economici.
Certo, non mancano i resort di lusso e i grandi ristoranti, ma si può anche dormire con 30€ e mangiare con 2 o 3. Il segreto? Scegliere i posti frequentati dalla gente del luogo e non quelli turistici.
Come fare? Nel caso di Mauritius noi ci siamo affidati alla famiglia di amici, che ci ha trovato una sistemazione e ci è stata vicina per tutto il soggiorno. In Thailandia invece non abbiamo prenotato nulla. Abbiamo scelto un quartiere che ci piaceva (la mia amica Aude è già stata qui molte volte) e abbiamo girato due o tre alberghetti, rigorosamente gestiti da thai, finché non abbiamo scelto il nostro. Nei giorni successivi abbiamo girato ancora e ne abbiamo scovato uno ancora meno caro per quando arriveranno mariti e figli. Se non vuoi partire proprio allo sbaraglio puoi prenotare due o tre giorni e poi esplorare i dintorni. Ovviamente questo è più difficile se viaggi in alta stagione, che è anche il periodo più costoso.
E poi ci sono tante strategie per chi desidera viaggiare. Aude e suo marito, ad esempio, adorano la Thailandia. Ci andavano spesso quando erano in due, e ora che hanno dei figli hanno organizzato la loro vita intorno a questi viaggi: lei ha aperto un negozio nel quale vende abiti e oggetti che acquista qui. Questa attività permette loro di trascorrere ogni anno in mese in Thailandia, visitando spesso anche altri Paesi vicini. Un’altra amica fa la stessa cosa con l’India. Ci va un mese all’anno, in genere a gennaio, portandosi dietro ogni volta uno dei suoi tre figli.
E il lavoro?
Anche senza arrivare a cambiare vita per far ruotare il proprio lavoro intorno ai viaggi, muoversi resta possibile. Abbiamo tutti delle vacanze. Io e Jean siamo entrambi in proprio quindi le prendiamo più o meno liberamente (compatibilmente con gli imperativi di ciascuno). Se lavori in un’azienda che ha periodi di chiusura fissi e ferie imposte la cosa potrebbe non essere così semplice. In questo caso bisognerà organizzare il viaggio nei periodi prestabiliti. Salvo casi eccezionali (come l’impossibilità di conciliare le ferie dell’uno con quelle dell’altro) una soluzione si trova.
E la scuola?
Pensaci per tutto il resto dell’anno. Se lavorate sodo, i bambini potranno assentarsi senza problemi e recuperare al ritorno. Io sono del parere che si impari molto di più esplorando il mondo che sedendo ai banchi di scuola. Approfitta del viaggio per sollecitare la curiosità dei tuoi figli. Se anche l’insegnante la pensa così, puoi accordarti perché ti dia del materiale (libri da leggere, esercizi da fare…) da portare con te. In caso contrario, spiega l’importante del viaggio per la tua famiglia e assicura che farete di tutto per restare al passo. A seconda della loro età invita i bambini a calcolare il cambio valuta, a pronunciare parole in inglese o in lingua locale, a scoprire la storia e la geografia del luogo che visitate. Le nozioni apprese “sul campo” restano impresse molto più facilmente di quelle lette sui libri.
E la lingua?
Se viaggi in luoghi abbastanza turistici, con l’inglese te la cavi abbastanza, ma questa non deve essere una scusa per tralasciare l’apprendimento di qualche parola di base nella lingua locale. Saper dire buongiorno, arrivederci e grazie mi sembra il minimo, e chi fa questo piccolissimo sforzo viene in genere ricambiato, perché suscita simpatia. Anche i numeri, almeno da uno a dieci e poi decine, centinaia e migliaia possono essere utili per fare acquisti o anche semplicemente per far sorridere il tuo interlocutore. A tutti fa piacere trovarsi di fronte ad uno straniero che cerca di comunicare nella lingua locale. Se poi vi allontanate dai sentieri più battuti queste conoscenze potrebbero rivelarsi utilissime. E non dimenticare che c’è una cosa che è uguale in tutte le lingue e che ti spalanca tutte le porte: il sorriso!
Insomma, se è una cosa che ti sta davvero a cuore, viaggiare è possibile. Se vuoi farlo con tutti i confort dovrai farlo meno spesso, oppure optare per viaggi più brevi. Se invece scegli Paesi in cui, grazie all’euro, siamo avvantaggiati, se hai voglia di vivere come la gente del posto, se non hai paura degli imprevisti e dei cambiamenti di programma,le possibilità si ampliano notevolmente.