L’ufficio a letto
Dopo quasi 10 anni di dolore costante e apparentemente inspiegabile, un’ennesima risonanza magnetica (e un chirurgo particolarmente attento) hanno finalmente trovato la causa: una lacerazione del menisco. Nel giro di poche settimane il medico ha programmato l’operazione. Sono entrata in ospedale ieri mattina alle 7,30 e, prima che potessi mandare qualche sms di routine ai miei cari, mi avevano già portata in sala operatoria. Prima che potessi preoccuparmi per l’anestesia, che non avevo mai subito, l’anestesista mi stava augurando “sogni d’oro”. Un attimo dopo, la stessa voce mi chiamava: “Si svegli signora, è andato tutto bene”.
Se mi avessero lasciato scegliere, non avrei mai optato per l’anestesia generale. A cose fatte, invece, sono felicissima che me l’abbiano imposta. L’intervento (già in sé abbastanza breve) per me è durato un attimo e, soprattutto, non ho sofferto il freddo glaciale della sala operatoria. Nei pochi minuti in cui ci sono stata da sveglia, tremavo dalla testa ai piedi.
Inoltre l’anestesia generale (abbastanza leggera per un intervento di breve durata) mi ha permesso di essere dimessa in giornata. Quando Jean è andato a prendere i bambini a scuola, io ero già a casa. Durante la notte il dolore (che ieri mi sembrava stranamente sopportabile) si è fatto sentire, ma per consolarmi posso contare su tre piccoli infermieri che fanno a gara per portarmi il caffè, l’arnica, il libro, il computer e la statuetta di Ganesh (divinità indù che aiuta a superare le difficoltà) o per leggermi una storia. Ora mi aspettano 48h di immobilità totale durante le quali sarà immobile soltanto il corpo: ne approfitterò infatti per portare a termine alcuni lavori che stanno in standby da un po’, e per finire di leggere “Autobiografia di uno yogi“.
Per poter lavorare, leggere e mangiare comodamente a letto ho comprato un tavolino pieghevole che ha avuto un enorme successo in casa (c’è già la lista d’attesa per poterlo utilizzare quando a me non servirà più) e devo dire che, lungi dall’essere un accessorio “per malati” è davvero un supporto fantastico, anche solo per lavorare, leggere, scrivere o mangiare sul divano. Credo che nei prossimi giorni ci sarà da litigare perché intendo continuare ad utilizzarlo anche quando sarò tornata in forma!