La rivincita dell’orologio
Da quando ho fatto il corso di meditazione Vipassana, la sensazione di calma e leggerezza non si è ancora esaurita. Prima di partire mi ero già accorta di quanto fossi attaccata al mio smartphone. Ho iniziato, nelle settimane precedenti, ad eliminare quasi tutte le notifiche sonore: niente più intrusioni nel mio quotidiano: volevo essere io a decidere quando dare un’occhiata al telefono. Non doveva essere lui ad intromettersi nella mia vita interrompendo ciò che stavo facendo.
Teoricamente, l’idea è buona. Peccato che io decidessi di controllare le notifiche ogni cinque minuti circa. Quando mi sono accorta che mi spostavo anche in casa con il cellulare in mano, per averlo sempre pronto da consultare, mi sono detta che la situazione richiedeva un intervento più deciso.
Così ho rimosso quasi tutte le applicazioni social. È vero, io con il web ci lavoro, ma questo non significa che debba lavorare 24 ore su 24. Qualche anno fa, nel mio libro “La mia mamma sta con me – conciliare famiglia e lavoro grazie a internet” consigliavo alle aspiranti imprenditrici del web di dividere gli spazi di lavoro da quelli della vita privata, e di stabilire degli orari durante i quali non si desiderava essere disturbate.
Eppure io stessa mi sono lasciata prendere la mano e la possibilità di essere sempre connessa è diventata non solo una realtà, ma una vera e propria necessità. Mi ritrovavo a controllare il telefono in ogni luogo e in ogni momento. Ma era davvero necessario? Certo che no.
Così ho deciso di giocare duro, e ho eliminato dal telefono quasi tutte le applicazioni social: ora andrò su facebook, su twitter, e su wordpress solo quando sarò seduta davanti al computer. Anche le statistiche della mia newsletter non necessitano di attenzione continua, così come il numero di persone che hanno visitato il mio profilo Linkedin.
Ho tenuto invece instagram, che funziona solo su cellulare, ma mi sono imposta di non pubblicare le foto in tempo reale. Quando ho voglia di scattare una foto la scatto. Poi mi godo il momento – che in genere, se merita di essere fotografato, merita anche di essere vissuto pienamente. In un altro momento, quando deciderò di pubblicare una foto su instagram, ripescherò l’immagine e la condividerò.
Ho tenuto anche le e-mail, perché lì arrivano cose importanti di lavoro, ma cerco di non controllarle in modo troppo compulsivo, evitando di leggerle di sera.
E poi whatsapp, che mi serve per gli scambi personali, quindi può permettersi di disturbarmi.
Da ormai tre settimane (più i 10 giorni senza telefono durante il corso di meditazione) vivo – felicemente – senza portarmi dietro i social. E oggi ho addirittura rispolverato il mio vecchio orologio.
No, non lo smartwatch che conta i passi, i chilometri, i battiti del cuore eccetera. L’orologio… quello che ti dice l’ora. Non lo usavo più da tanto, e quella di guardare l’ora era diventata una delle mille scuse per tirar fuori il cellulare. Da oggi potrò sapere che ore sono senza guardare il mio smartphone. Che cosa rivoluzionaria, eh? 😉
E voi, come siete messi? Che rapporto avete con il vostro cellulare? Lo usate per telefonare o è diventato la vostra memoria esterna?