Insegnare lo Yoga
Dunque… dove eravamo rimasti? In questo post vi raccontavo come, per una serie di fortunate coincidenze (aiutate da un po’ di intraprendenza) mi sono ritrovata a fare qualcosa che avevo sempre desiderato: insegnare lo yoga.
«Perché vuoi insegnare yoga?» mi ha chiesto il mio maestro quando sono corsa da lui per chiedergli se pensava che io fossi
abbastanza qualificata per accettare quell’offerta. Che domande! Voglio insegnare lo yoga perché ha migliorato la mia vita, e
sono del parere che quello che riceviamo vada condiviso. Quando ero in fondo al tunnel della depressione, lo yoga mi ha aiutata a
rivedere la luce. Ora che sono «nella luce», è quasi un dovere condividere ciò che ho imparato. «All’inizio lo yoga ti dà la stabilità. È la prima fase. È quello che cercavi quando non stavi bene. Poi viene la flessibilità. Del corpo e della mente.
Alla fine arriva il “fuoco“. È quello che stai sperimentando adesso» mi ha detto lui, incoraggiandomi ad accettare la proposta.
Il fuoco. L’ho sentito distintamente nello stomaco durante le prime lezioni. L’emozione, l’entusiasmo, la paura di non essere all’altezza, la voglia di trasmettere agli altri ciò che questa disciplina aveva dato a me. Ora che l’emozione e la paura iniziale si sono calmate, continuo a sentire quella spinta ogni giorno. Ogni mattina appena apro gli occhi. Ogni volta che pratico da sola e ogni volta che insegno agli altri. «Mi sa che era proprio questa, la mia strada». Dicevo a Jean qualche giorno fa. Mai nessun lavoro mi ha dato tanta gioia. Suppongo che l’energia sprigionata da una persona che ama quello che fa sia davvero potente. Il risultato è che ho dovuto
creare, oltre a quelli previsti in partenza, due corsi supplementari: le richieste sono tante, gli allievi sono entusiasti, e io sto vivendo questa esperienza come una vera e propria «missione». Per la prima volta nella mia vita, nel lavoro non cerco la mia soddisfazione personale. Cerco quella scintilla negli occhi dell’altro. Quella che avevo senz’altro anch’io quando, in piena depressione, incontravo qualcuno dopo la lezione e mi sentivo dire «Cosa ti è successo?». Nonostante le notti insonni, la stanchezza e la frustrazione, nelle ore
successive alla lezione mi sentivo incredibilmente leggera. Nel corso degli anni ho lavorato su me stessa perché quel senso di
leggerezza entrasse a far parte della mia vita in modo permanente.
Ci sono riuscita? No, ovviamente. Ho ancora i miei alti e bassi, i miei sbalzi d’umore e i miei momenti di sconforto. Come tutti. Ma
nella mia vita oggi c’è molta più luce. Tanto che sono pronta a trasmetterla anche a chi mi sta attorno. Scoprendo che più la condividi, più ti torna indietro.
***
In questo momento di grande gioia il mio pensiero va a chi sta soffrendo. A Paola, Blanca e Rebecca che in questi giorni piangono la scomparsa di Marco Zamperini. Che la luce torni presto a far parte delle vostre vite.