In riva al mare con Jane Eyre
Quando Claudia mi ha proposto di intitolare la mia rubrica sul suo blog “L’angolo di Chiara”, l’idea mi è piaciuta subito: mi ha fatto tornare in mente una citazione latina – scusate l’accesso di erudizione, ma ogni tanto il mio passato da secchiona torna a farsi sentire –, citazione che mi ero appuntata tempo fa.
Sono andata a ripescare sia la citazione sia il libro in cui l’avevo scovata. La frase, di Abelardo, dice così: “Semper pacem quesivi et numquam invenii, nisi in angulo cum libro” (“Ho sempre cercato la pace e non l’ho mai trovata se non in un angolo con un libro”), e il testo da cui l’ho tratta è Leggimi Forte , di Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini, Salani Editore.
Il mio primo incontro con Leggimi forte risale a diversi anni fa. Ero appena diventata mamma, e cercavo un libro che mi spiegasse come trasmettere la mia passione per la lettura anche alla mia bimba. Consultando le bibliografie di Nati per Leggere, trovai appunto, fra gli altri, Leggimi Forte.
Nati per Leggere è il progetto nazionale che si occupa di promuovere la lettura ad alta voce nei bambini di età prescolare. Avvalendosi della collaborazione di pediatri, bibliotecari ed esperti di letteratura infantile, l’associazione fornisce non solo una serie di consigli pratici e di buon senso su che cosa fare, e non fare, per avvicinare i bambini ai libri, ma anche, appunto, utilissime e aggiornate bibliografie.
Leggimi Forte è un libro scritto a quattro mani: alle indicazioni e ai suggerimenti generali di Rita Valentino Merletti, esperta di letteratura per bambini, si alternano i racconti personali di Bruno Tognolini, scrittore per l’infanzia, che narra la sua esperienza di genitore.
Uno dei racconti di Tognolini si apre proprio con la citazione di Abelardo. Parlando di angoli e di libri, lo scrittore spiega che ci sono persone – e io, indubbiamente, sono fra quelle – che, vedendo un bel posto, dicono: qui leggerei bene un bel libro.
Tognolini elenca poi tutti i luoghi, anche i più improbabili, in cui lui e sua figlia si sono ritrovati a leggere insieme, e conclude il racconto rievocando un episodio particolare: dopo aver letto per due anni Il Signore degli Anelli, lui e sua figlia – che allora di anni ne aveva sette – hanno deciso di trasferirsi per il finale in riva al mare. Hanno preso il treno che da Bologna andava a Rimini e, arrivati sulla spiaggia, hanno letto lì le ultime dieci pagine.
Suggestionata da questo bel brano, ho sempre pensato che, se mai avessi avuto un figlio, gli avrei letto anch’io il finale di un libro in riva al mare. Un libro davvero speciale.
E visto che, ormai più di cinque anni fa, sono diventata mamma di una bambina, non ho dubbi su quale sarà quel libro: Jane Eyre.
Già quando, ormai un secolo fa, lessi il celebre romanzo di Charlotte Brontë, ne rimasi talmente conquistata che Jane Eyre divenne il mio libro. Primato che nessun’altra lettura successiva, per quanto splendida e avvincente, è mai riuscita a scalfire.
La storia di Jane Eyre – una governante “povera, oscura, brutta e piccola” dotata però di un orgoglio, di una volontà e di un coraggio eccezionali, che le consentono di superare mille traversie, e di crescere, sfidando le convenzioni morali dell’epoca, fino a diventare una donna forte e indipendente – comincia quando Jane è ancora bambina. È quindi un libro perfetto, a mio avviso, per una mamma che voglia comunicare a sua figlia l’importanza di valori come l’integrità, l’indipendenza, la forza interiore.
Quando, tra qualche anno, comincerò a leggerlo a Tatù, mi auguro che lei si affezioni all’eroina del romanzo così come era successo a me, e che quel libro diventi il nostro libro. Con un finale da leggersi, ovviamente, in riva al mare.
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