Imparare Insieme, Crescere Insieme
Dei miei tre figli, Gloria è senz’altro la più “difficile” . La più autonoma, la più sensibile, la ribelle della famiglia. Quando abbiamo lasciato la città per cominciare una nuova vita in campagna lei non aveva ancora tre anni. Ogni giorno li portavo fuori a passeggiare nei boschi. Lei iniziava a correre e, per quanto la chiamassi, non c’era niente da fare. Dovevo correre anche io per andare a riacchiapparla. Generalmente la raccoglievo per terra: non c’era una volta che non cadesse. L’ho persino portata dal medico per capire se avesse un problema ai piedi o alle gambe. Di problemi non ne aveva e, dieci anni dopo, la mia interpretazione è che chiedeva al suo corpo più di quanto, a quella giovane età, potesse concederle: il suo slancio era talmente forte che le sue gambette non riuscivano a seguirlo.
Da sempre Gloria è fortemente attratta dalla natura. Certo, tutti i bambini lo sono, ma per lei il richiamo è letteralmente irresistibile. Questa foto, qualitativamente abbastanza scarsa, è la più bella che io le abbia scattato in tutta la sua vita: qui Gloria è pienamente Gloria.
È se stessa al cento per cento. A lei non basta passeggiare lungo un fiume verdastro del quale non si vede il fondo e nel quale non sai quali incontri potrai fare. Lei ci si deve buttare dentro. Vestita o meno. Dalla foto non si vede ma per me che ero presente e che l’ho immortalata, questa immagine racchiude la felicità totale, l’equilibrio perfetto. Lei che nella vita di tutti i giorni è un continuo susseguirsi di alti e bassi, in questo momento che non ho osato interrompere, sedendomi ad aspettare finché non fosse pronta per tornare ad unirsi a noi, era in perfetta comunione con l’universo.
Non so cosa farà da grande, lei al momento dice la DJ, ma credo che il suo posto sia in mezzo alla natura.
Spirito ribelle, Gloria ha un temperamento da attivista. Se deve fare una cosa “proibita” o uno sgambetto a qualcuno, non si nasconde. Non aspetta il momento opportuno, quello in cui nessuno sta guardando. Lei te la fa sotto il naso. Senz’altro un modo di dire “guardami!” nel difficile ruolo di seconda di tre fratelli. Ma anche un modo di assumersi le sue responsabilità, affrontando a testa alta le conseguenze. “Non molto furba” sentenziano alcuni. “Integra”, rispondo io, anche se con questo comportamento mi fa perdere la pazienza. Certo, se non la vedessi, la pazienza non la perderei. Ma non conoscerei mia figlia al 100%. Lei non ha paura di mostrarmi anche il suo “lato oscuro”, e io non ho paura di abbracciarlo come parte di un tutto.
Da parecchio tempo desiderava imparare il tiro con l’arco. Quest’anno l’abbiamo iscritta e, durante le lezioni di prova, ho deciso di unirmi a lei. Mi è piaciuto il fatto che le lezioni non siano divise per fasce di età: avremmo potuto tirare insieme. Avremmo entrambe iniziato da zero e saremmo cresciute insieme in questa pratica, nuova per entrambe.
Imparare qualcosa insieme è un’esperienza potente. Di solito noi genitori abbiamo il ruolo dell’esperto, dell’insegnante, siamo in un certo senso “superiori” ai nostri figli. Iniziare un percorso insieme cambia tutte le carte in tavola. Esercitarsi, osservare i progressi dell’altro e utilizzarli come stimolo, scambiarsi consigli. Avere un appuntamento settimanale solo per noi due. Avere la possibilità, per un figlio, di superare il genitore. Né io ne Gloria siamo persone competitive, ma ci piace scherzare prendendoci in giro a vicenda sul traguardi raggiunti prima dell’altra.
Tra pochi giorni Gloria compirà 12 anni, e io sto crescendo con lei. Sto imparando a conoscere questo bocciolo di donna fragile come un papavero e forte come una quercia. Questa persona che accompagno nella vita da 12 anni e che non ha aspettato di essere alle porte dell’adolescenza per tentare di uscire dal bozzolo. Gloria è una trasformazione continua, e starle dietro una sfida quotidiana.
È un diamante allo stato grezzo, incapace di vedere il potenziale che racchiude in sé. È amore allo stato puro, racchiuso in una corazza di adolescente ribelle. Paladina dei deboli e degli afflitti, è sempre pronta a schierarsi per difendere una causa.
Io la guardo crescere, trasformarsi restando sempre se stessa e, come in riva al fiume Kwai, aspetto pazientemente che sia pronta per staccarsi dalle sue battaglie quotidiane e venire ad addormentarsi tra le mie braccia.