Imparare a Concentrarsi per Essere più Efficaci
Concentrata attraverso l’uso di una lente, la luce del sole può accendere un fuoco. Diffusa in modo casuale, non farà che scaldare. Così è la nostra mente: se riusciamo a concentrarla sul nostro obiettivo, avrà la potenza del fuoco. Se lasciamo che si disperda in modo incontrollato, rinunciamo ad utilizzarne tutto il potenziale.
Nell’era del multitasking ci vantiamo di saper fare tante cose contemporaneamente. Magari riusciamo a farle anche bene, ma a quale prezzo? Non a caso l’era del multitasking è anche l’era della depressione, dei disturbi dell’attenzione e degli psicofarmaci.
Se provassimo a fare le stesse cose una per volta, focalizzandoci pienamente su ciascuna, ci accorgeremmo senz’altro della differenza. Non tanto sul risultato – che sarà comunque migliore – quanto sul nostro stato d’animo.
La nostra mente: se riusciamo a concentrarla sul nostro obiettivo, avrà la potenza del fuoco.
Così come la luce, concentrata attraverso una lente, può arrivare ad accendere un fuoco, lo stesso avviene per la nostra mente. Se riusciamo a indirizzarla fortemente sul compito che stiamo svolgendo, potremo sfruttarne tutto il potenziale che, altrimenti, andrebbe sprecato.Imparare a fare una cosa alla volta è indispensabile per riuscire a migliorare la nostra capacità di concentrazione.
La sfida più grande: non fare niente
Sei capace, mentre aspetti l’autobus, di non fare altro? O fai parte di quella folta schiera di persone che si tuffano immediatamente nel mondo virtuale che gli smartphone mettono a nostra disposizione?
Ovviamente non c’è niente di male nello sfruttare i tempi morti per leggere, tenersi informati o portarsi avanti con il lavoro. Il problema è invece la “paura” dei tempi morti. Ci sono persone che non sopportano di “sprecare” un minuto del loro tempo senza fare niente. Ma dare un po’ di pace alla nostra mente non è tempo sprecato. Non solo, concederle una pausa permette alle nuove idee di manifestarsi. Per non parlare dell’aspetto sociale di questi atteggiamenti: quante cose ci perdiamo, quanti incontri preveniamo standocene curvi sul nostro cellulare!
La presenza mentale
Quando svolgi un compito controvoglia, pensando ad altro e desiderando di essere altrove, questo non potrà che risultarti sgradevole. Al contrario, la stessa attività effettuata con tutto il tuo impegno e con la massima concentrazione, sarà fonte di soddisfazione.
Nelle Upanishad la mente è paragonata ad un carro trainato da cavalli. Se lo attacchiamo a cavalli selvaggi, verremo probabilmente catapultati fuori dal carro. Un cavallo addestrato, invece, è sensibile ad ogni minimo cenno del suo cavaliere e gli obbedisce alla lettera. Allo stesso modo, addestrando la mente la mettiamo al nostro servizio invece di esserne schiavi.
Quante volte vorresti poter cancellare dalla tua mente un pensiero sgradevole o doloroso? Ma la mente non ti ascolta, non si sottomette alla tua volontà. Come un cavallo selvaggio, fa di testa sua e, guarda caso, ti ripropone costantemente proprio quei pensieri che vorresti scacciare.
Anche Sant’Agostino, ne “Le Confessioni”, scrive:
«L’anima comanda al corpo ed è immediatamente obbedita: l’anima comanda a se stessa e trova resistenza: L’anima comanda alla mano di muoversi, e tanta è la docilità che ordine ed esecuzione sono quasi simultanei: eppure l’anima è anima e la mano è corpo. L’anima comanda che l’anima voglia: non si tratta di due cose diverse, e non ubbidisce. Donde codesta stranezza, e perché? […] E’ debolezza dell’anima che non sa sollevarsi del tutto, spinta in alto dalla verità, gravata in basso dall’abitudine».
La mente comanda la mano, e questa subito obbedisce. La mente comanda la mente, e questa si ribella. Da dove viene questa stranezza?
Pensa ad un neonato. Quando viene al mondo, non sa utilizzare le mani. Nel corso dei mesi e poi degli anni si impegna ogni giorno per imparare e ripetere i gesti che queste devono eseguire, finché queste non gli obbediscono in modo che “ordine ed esecuzione sono quasi simultanei”.
La mente comanda la mano, e questa subito obbedisce. La mente comanda la mente, e questa si ribella. Da dove viene questa stranezza?
Purtroppo non veniamo educati a lavorare allo stesso modo con la mente, educandola e “addestrandola” perché obbedisca docilmente. Possiamo rimediare con alcuni esercizi di concentrazione, come quello della candela (ma andrà benissimo anche un puntino sul muro, o un oggetto qualsiasi.
Rispettare la concentrazione altrui
La concentrazione è un bene prezioso. Mentre lavori per rinforzare la tua, impara a rispettare quella degli altri. Impara a non interrompere una persona intenta nelle proprie occupazioni, anche se hai la (presuntuosa) certezza ciò che hai da dire sia molto più importante di ciò che sta facendo. Questo vale anche per i nostri figli. Le loro attività possono apparirci poco significative, ma il semplice fatto che li aiutino a sviluppare la concentrazione le rende invece preziose e degne di essere preservate. Quando puoi, cerca di non spezzare la magia di una piena concentrazione!