Il primo Natale da separati
Il primo Natale da separati, lo abbiamo passato insieme. Questo 2018 è stato un anno durissimo. Da un lato la consapevolezza che il nostro rapporto di coppia era ormai giunto al capolinea, dall’altro la voglia di preservare la famiglia che, insieme, abbiamo costruito.Da un lato il tentativo di autoconvincersi che la famiglia può sopravvivere alla coppia, dall’altro il timore di non esser capaci di gestire una situazione del genere.
È stato un anno durissimo ma è stato anche l’anno durante il quale io e Jean abbiamo scoperto, in noi stessi e l’uno nell’altro, risorse insospettate. È stato l’anno nel quale abbiamo avuto il coraggio di ammettere di non amarci più, e nel quale abbiamo osato scommettere sulla nostra capacità di gestire questa crisi, uscendone vincenti.
La reazione dell’altro
Quando si decide di separarsi, le paure sono tante. Se la decisione viene da uno dei due, la prima è senz’altro la reazione dell’altro. Io ho scoperto un uomo più forte e più maturo di quanto pensassi. Il Jean eterno adolescente che avevo accanto da anni è stato obbligato a cambiare pelle, e lo ha fatto egregiamente. Forse tra qualche anno ci ringrazieremo a vicenda.
La reazione dei figli
Un’altra grande paura è quella di dare un dispiacere ai figli, se non addirittura di traumatizzarli in modo irreversibile. Jean è figlio di due genitori che sono stati insieme fino alla fine ma che nemmeno si rivolgevano la parola. Io di genitori divorziati in modo orribile. Per lui il divorzio era una cosa inconcepibile, per me un trauma insopportabile.
Abbiamo parlato con i nostri figli prendendoli uno alla volta. Hanno pianto. Li abbiamo abbracciati e rassicurati. Abbiamo promesso che saremmo rimasti una famiglia. La prima domanda di Chiara è stata: “Questo Natale lo passiamo insieme, vero?”
Abbiamo risposto di sì, senza sapere se saremmo stati in grado di mantenere la promessa.
24 ore dopo l’annuncio, che è avvenuto in momenti diversi durante l’estate, quando a turno Leo e Gloria sono stati via, ciascuno dei tre è venuto a dirci che capiva, e che ci voleva bene lo stesso.
Il periodo più difficile è stato tra il momento in cui abbiamo deciso di separarci e quello in cui Jean è uscito di casa. Ci siamo detti che non c’era fretta e che avremmo fatto le cose con calma. Abbiamo anche valutato l’opportunità di dividere la casa in due e di vivere da vicini. Ci abbiamo provato, ma l’atmosfera era tesissima e abbiamo capito che serviva una separazione più netta.
Ora lui vive a 500 metri da me, per i ragazzi abbiamo previsto una custodia congiunta estremamente flessibile, e dopo le prime settimane durante le quali la loro assenza mi era insopportabile, inizio ad organizzarmi concentrando il lavoro e buttandomi nello studio dell’ipnosi durante le settimane in cui sono sola.
Le rispettive famiglie
Un’altra paura da affrontare quando ci si separa è la reazione delle rispettive famiglie. Quando ho dato la notizia a mia sorella, la sua reazione è stata: “Di’ a Jean che sarà sempre parte della famiglia”. Le sue parole mi hanno commossa. Lo stesso è avvenuto dall’altra parte. Conosco la sorella di Jean da quando aveva 16 anni e le voglio un gran bene. Lei è la madrina di Gloria e io del suo Oscar. Questo primo Natale da separati lo abbiamo passato insieme, a casa sua a Parigi. È stato bello per me sentirmi ancora accettata e amata da quella famiglia che mi ha accolta vent’anni fa (con tutti gli inevitabili alti e bassi del rapporto tra suocera e nuora).
È stato rassicurante per i nostri figli, che quest’anno hanno dovuto affrontare il divorzio dei genitori e la morte del nonno, ritrovare l’atmosfera spensierata delle feste natalizie.
Di sicuro le difficoltà non sono finite. Jean e io ci siamo promessi di non lasciare eventuali futuri compagni interferire con il nostro equilibrio familiare. Speriamo di continuare a sorprenderci reciprocamente per maturità e capacità di gestire questa nuova situazione.