Dona i tuoi capelli per una buona causa
Nelle scorse settimane Chiara ha deciso di tagliare i suoi lunghi capelli. Devo ammettere che mi è dispiaciuto ma lei era davvero convinta, quindi le ho proposto di associare questo suo desiderio a qualcosa di utile, donando le ciocche tagliate ad un’associazione che le raccoglie per confezionare parrucche destinate ai malati oncologici. Una nostra cara amica ha dovuto affrontare per ben due volte la battaglia contro il cancro e i ragazzi ricordano bene il periodo durante il quale non aveva i capelli.
È stata la mia parrucchiera a parlarmi di questa possibilità, e quando Chiara ha espresso il desiderio di tagliarsi i capelli ho pensato di proporglielo. Nei giorni scorsi ne ho parlato sui miei canali social, guadagnandomi un bel po’ di complimenti immeritati. Immeritati perché non si tratta di un sacrificio: Chiara non ha tagliato i capelli allo scopo di donarli. Il suo gesto è più simile a quello di una persona che mette una bottiglia di vetro nel cassonetto del vetro invece che nell’indifferenziato: non è un gesto nobile, non costa niente, solo che molti non ci pensano. Per questo mi è sembrato importante parlarne. I capelli che tagliamo finiscono in genere nella spazzatura. Vale davvero la pena di raccoglierli e di farne un buon uso, regalando un sorriso ad una persona che sta attraversando un momento difficile.
Come fare
Donare i capelli è semplicissimo. Bisogna lavarli, tagliarli (meglio raccogliendoli in una treccia o in una coda) e semplicemente spedirli ad una delle associazioni che li raccolgono. Alcune di queste (Un angelo per capello e Banca dei capelli, ad esempio) barattano le ciocche naturali con parrucche inorganiche che vengono regalate ai malati oncologici. Altre, (come Tricostarc) utilizzano i capelli donati per realizzare le parrucche stesse. Queste andranno poi a persone colpite da calvizie per motivi oncologici o dermatologici.
Un business poco chiaro?
Ci sono state in passato delle polemiche riguardo alla pratica di “scambiare” capelli organici con parrucche inorganiche. In realtà il procedimento è assolutamente trasparente, bisogna solo spendere un po’ del proprio tempo per informarsi correttamente sulle modalità di funzionamento di ciascuna di queste associazioni. Alcune preferiscono coprire un maggior numero di pazienti barattando capelli veri con parrucche sintetiche; altre rispondono alla volontà del donatore di regalare i propri capelli direttamente alla persona che ne ha bisogno. Noi abbiamo scelto quest’ultima opzione, e Chiara ha anche scritto un messaggio alla persona che riceverà i suoi capelli. Si è sentita un po’ Jo March, ed è felice di aver dato il suo contributo.
Cosa ne pensi? Sapevi che i capelli potevano essere donati? Conosci altre iniziative del genere?