Da Montessori (o Steiner) a Scuola Pubblica: Passaggio Traumatico?
Da tanti anni mi interesso di pedagogie alternative, testate personalmente con i miei figli. Una delle osservazioni che ho sentito più spesso, nel corso degli anni, è stata quella del presunto “trauma” che il bambino subirebbe passando da una scuola “ideale” (senza voti, senza compiti, senza posti fissi in classe, eccetera…) al sistema educativo tradizionale, nel quale si troverà a dover affrontare nuove regole, nuovi limiti, e metodi di valutazione del proprio lavoro che vengono dall’esterno (contrariamente all’autocorrezione tipica, ad esempio, del materiale Montessori).
Mi sono sempre opposta a questa visione: perché un bambino di sei anni che inizia la scuola per la prima volta non sarebbe traumatizzato dai voti mentre uno di undici sì? Mi è sempre parso evidente che più il bambino è grande, più è “forte” e capace di accettare piccole e grandi frustrazioni, come il giudizio altrui sul proprio operato.
Vivere “fuori dal mondo”?
Lo stesso vale per la questione dell’ambiente protetto tipico di questi due indirizzi pedagogici, che lascerebbe – secondo alcuni – il bambino disarmato di fronte alle sfide della vita, che inevitabilmente si presenteranno all’ingresso nella scuola pubblica.
In realtà le scuole Montessoriane e Steineriane sono frequentate e gestite da persone, esseri umani come gli altri, con tutti pro e i contro che questo comporta: ci sono i bulli, le principesse, le maestre odiose e quelle che amerai per tutta la vita. Non ci sono punizioni perché le situazioni di crisi vengono affrontate in altro modo, non perché si “lasci correre” facendo credere al bambino che tutto è permesso (da qui il presunto trauma quando scopre che nelle altre scuole esistono delle regole).
Questione di buon senso
Tutte queste cose mi sono sempre sembrate talmente logiche che non c’era bisogno di spiegarle. Eppure c’era sempre qualche “amico di amici” (è come le leggende metropolitane, nessuno conosce mai il protagonista!) traumatizzato dai voti, dai banchi, o da altre regole della scuola tradizionale. Anche io avevo amici di amici che avevano attraversato indenni il fatidico passaggio, e li ho sempre citati con convinzione.
La mia esperienza
Oggi però, dopo tanti anni, posso parlare non solo dei miei figli (che hanno fatto Steiner, Montessori e pubblica) ma di decine di loro compagni, nonché degli allievi della scuola Montessori nella quale ho lavorato, ormai cresciuti e perfettamente integrati nel sistema scolastico tradizionale.
Proteggere il bambino più a lungo possibile non significa tagliarlo fuori dal mondo ma permettergli di arrivare di fronte alle fatidiche “sfide” con una maggiore maturità.
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Se stai valutando di iscrivere i tuoi figli in una scuola Waldorf o Montessori, valuta bene i VERI pro e contro (costi, distanza, feeling con le maestre, eccetera) ma non preoccuparti assolutamente del fantomatico “trauma da inserimento nella scuola tradizionale”: è una leggenda metropolitana!