Come Tingere la Lana con i Coloranti Alimentari
Credo che il mio amore incondizionato per la lana sia ormai noto a tutti. Questo amore è cresciuto con il tempo, affrontando un percorso a ritroso: dal maglione al gomitolo, alla lana cardata (che uso per imbottire le mie bambole, e non solo) fino ad arrivare alla lana grezza, fresca di tosatura.
Vista la mia passione per il lavoro ai ferri, ho voluto conoscere meglio questo meraviglioso, insostituibile materiale.
Alla scuola Waldorf ho imparato a cardare la lana. Processo faticoso ma necessario perché le fibre vadano tutte nello stesso senso. La cardatura è indispensabile se la lana deve poi essere filata.
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Grazie a Sylvie, ho potuto comprendere il passaggio da lana cardata a lana filata, e imparare a filarla. E’ stata una vera rivelazione. Ora sto racimolando i soldini per comprarmi un vero fuso, di quelli con la ruota.Mi mancava un’ultima tappa. Quella della tintura. Sempre grazie ai preziosi consigli di Sylvie, ecco come ho trasformato questo…
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In questo.
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Si tratta di una lana morbidissima, che avevo comprato l’anno scorso in gran quantità, e che avete già visto qui.
Come dicevo qualche post fa, di solito amo molto i colori neutri, ma questo inverno interminabile e cosi’ avaro di luce mi fa venire voglia di colori più accesi.
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Guardavo i miei gomitoli di meri-cach (90% Merinos, 10% Cachemere) e il loro color “neve” non mi invogliava affatto. Che fare? Un raid verso il mio negozio di lana preferito era da escludere, vista la distanza. Un’ordine su internet? Fatto. Si’ ma adesso? Mentre aspetto che la mia lana non tinta arrivi? Perché non tentare un esperimento?
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Vi interessa? Ecco come fare:
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Occorrente: Lana non tinta oppure di colore chiaro (attenzione, se è trattata per essere irrestringibile non potrà essere tinta).
Colorante alimentare, aceto.
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Se la lana che volete tingere è avvolta in un gomitolo, dovrete disfarlo. Arrotolatela intorno al vostro avambraccio in modo da ottenere una matassa più o meno regolare. Legatela in due punti perché non si ingarbugli.In una pentola, mettete metà acqua tiepida e metà aceto. Aggiungete qualche goccia di colorante alimentare (o di più per colori più accesi). Immergetevi la vostra matassa.
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Per ottenere un effetto disomogeneo, ho legato la matassa molto stretta (in quei punti è rimasta quasi bianca) e ho aggiunto qualche goccia di colorante direttamente sul filato mentre era a bagno (qui invece il colore è rimasto più intenso).
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Mettete sul fornello e portate, lentamente, ad ebollizione. Non preoccupatevi, non la infeltrirete. Ad infeltrire la lana non sono le alte temperature ma i bruschi sbalzi. Se mettete la fiamma al minimo non succederà niente. Quando bolle, spegnete il fuoco e togliete la pentola dal fornello.
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Lasciatela a bagno almeno un’ora. Io l’ho lasciata tutta la notte.Sciacquate con acqua tiepida o fredda finché questa non scorre limpida.Togliete l’eccesso d’acqua (senza strizzare, io ho usato lo scolapasta!) e stendete la vostra matassa al riparo dal sole (vabbé, tanto qui non c’è…).Ora dovrete avere pazienza e aspettare che si asciughi.
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Ora dovrete avere ancora pazienza e districare la matassa, facendone un gomitolo.
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Come sto andando, Chiara?
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E non dimenticate di condividere con noi (potete pubblicarle qui) le foto dei vostri capolavori!