I Chakra: Cosa Sono e Come Funzionano
«Lo spazio interno del cuore è esteso come lo spazio là fuori. Contiene il Cielo e la Terra, il fuoco e l’aria, il sole e la luna, il lampo e le stelle. Tutto ciò che esiste in questo mondo e tutto ciò che non esiste più o ancora, tutto questo è contenuto al suo interno»
Chandogya Upanishad, VIII, I, 3
Come l’Uomo è parte del cosmo, secondo la tradizione yogica, anche il cosmo è parte dell’Uomo e si manifesta nei sette centri energetici (chakra) che, pur essendo situati all’interno del corpo, non sono parte del corpo fisico ma di quello sottile (Secondo la dottrina yogica possediamo tre corpi: fisico, causale e sottile).
I sette chakra
Nel simbolismo tradizionale, i chakra hanno forma di fiori di loto. Semplici boccioli nell’uomo ordinario, fioriscono in tutto il loro splendore in chi lavora per svilupparli. Ad ogni chakra corrisponde un elemento, una forma e un mantra.
1. Mūlādhāra è il chakra della radice o della base, situato alla base della colonna vertebrale. Corrisponde all’elemento terra e alla forma quadrata, e il suo mantra è LAM. Il primo chakra corrisponde a tutte le nostre necessità materiali primarie. Un disequilibrio può causare ansia, sconnessione dal corpo, difficoltà finanziarie, disorganizzazione cronica, problemi digestivi.
2. Svādhiṣṭhāna è il fondamento di sé. Si trova nella zona genitale ed è associato all’elemento acqua, alla forma di mezzaluna e al colore bianco. Il suo mantra è VAM. Il secondo chakra è legato alle emozioni e al piacere ma anche al senso di colpa e all’ipersensibilità, che possono manifestarsi in caso di un blocco delle energie in questo centro energetico. Eventuali problemi fisici legati a questo chakra sono disturbi mestruali, disfunzioni sessuali o dolori lombari.
3. Manipūra, splendente come un gioiello, è situato all’altezza dell’ombelico. È associato all’elemento fuoco, alla forma del triangolo e al mantra RAM. Quando l’energia circola liberamente in questo chakra abbiamo una buona autostima e siamo capaci di metterci in gioco, senza dare troppo peso al giudizio degli altri. Un disequilibrio può caratterizzare una persona dominatrice, competitiva e i iperattiva, manifestandosi nel corpo con disordini alimentari, problemi muscolari e stanchezza cronica.
4. Anāhata è il chakra del suono primordiale e ha sede nella zona del plesso cardiaco. Il suo elemento è l’aria e la forma quella dell’esagono. Il suo mantra è YAM. Questo è il chakra del cuore, dell’amore (per se stessi e per gli altri) e dell’equilibrio nelle relazioni. Una carenza o un eccesso nel quarto chakra può causare gelosia, attaccamento eccessivo alle persone, tendenza esagerata al sacrificio e disturbi respiratori.
5. Viśuddha, chakra della purificazione, si trova all’altezza della gola. È associato all’etere e la sua forma è circolare. Il suo mantra è HAM. Viśuddha è il chakra della comunicazione. Quando è equilibrato non abbiamo difficoltà ad esprimere ciò che pensiamo. Un blocco può causare una loquacità eccessiva accompagnata dall’incapacità di ascoltare, tendenza al pettegolezzo e disturbi della gola, delle orecchie e del collo.
6. Ājñā, detto anche il chakra del comando, risiede nel punto tra le sopracciglia. È legato alle facoltà mentali ed intellettuali. Associato alla forma di un triangolo rovesciato e al mantra OM. Questo chakra si sviluppa negli anni dell’adolescenza e permette a ciascuno di costruire la propria identità personale. Un disequilibrio può provocare mancanza di sensibilità, eccessiva rigidità mentale, disturbi della memoria, difficoltà di concentrazione, mal di testa e problemi agli occhi.
7. Sahasrāra è l’apertura verso l’assoluto. Situato al di fuori del corpo, sopra il cranio in corrispondenza della fontanella, rappresenta la via attraverso la quale si può “fuggire dal corpo”. Questo chakra non ha forma né suono. È associato al silenzio e alla comprensione. È il chakra della spiritualità e della trascendenza, che può degenerare in ossessione spirituale o iperintellettualizzazione. I disturbi associati sono emicranie, amnesie e problemi cognitivi.
I Colori dei Chakra
Nei testi antichi non sono menzionati colori relativi ai chakra. Negli anni 70 un libro pubblicato da C. Hills, intitolato Nuclear Evolution, introduce l’associazione tra i chakra e i sette colori dell’arcobaleno. Da quel momento in poi, questa associazione è stata universalmente adottata ma non sono chiare le basi di questa teoria. Si tratta probabilmente di un tentativo di rafforzare il simbolismo dei sette chakra e di facilitarne la memorizzazione.
Equilibrare i Chakra
Se ti riconosci in alcuni degli scompensi associati ai vari chakra puoi contrastarli lavorando su di essi. Yoga e meditazione sono mezzi validi per riequilibrare i chakra, che potrai imparare a conoscere meglio grazie allo studio delle scritture tradizionali come le Upanishad, o a testi più moderni e adatti alla mentalità occidentale come “Meditazione sui Chakra” oppure “Il libro dei Chakra“, un’opera meravigliosa che mi accompagna da anni e che mi sembra evolversi insieme a me. Un libro che ho letto e riletto e che mi sembra sempre avere un messaggio diverso, che si adatta perfettamente al momento e alla situazione che sto attraversando.