Black Out
Spesso mi chiedete quale sia "il mio segreto". Come faccio "a fare tutto".
Ebbene, tanto per cominciare vorrei precisare che non faccio "tutto". La mia casa non è tirata a lucido, la mia pila della biancheria da stirare è una montagna della quale non credo che vedrò mai il fondo, e per tutti i progetti terminati che vedete pubblicati sul blog ce ne sono altrettanti lasciati a metà in giro per casa.
Il mio "segreto", essenzialmente, è che sono un'iperattiva: non so stare ferma, non faccio mai una sola cosa alla volta, ho 4 braccia (grazie al mei tai o alla fascia) e, dopo il lungo allenamento al quale mi hanno sottoposta Leonardo e Gloria, ho imparato a dormire pochissimo.
Ma non sono stanca? Certo che sono stanca. Ma ormai ci sono talmente abituata che questa è diventata la mia condizione normale.
Durante gli ultimi mesi di gravidanza ero talmente distrutta (con i bambini a cui badare, più mio marito immobilizzato con la gamba rotta in due punti, la casa da gestire, la legna da andare a prendere per scaldarci, la neve da spalare, tutto da sola…) che la nascita di Chiara è stata un sollievo.
Ed ero talmente pronta a ripetere l'esperienza vissuta con Leonardo e Gloria (notti insonni per due anni ciascuno) che il fatto che lei si riaddormentasse tranquilla dopo le numerose poppate notturne mi sembrava una benedizione. Quando mi chiedono se dorme rispondo, raggiante, di sì. Poi quando preciso che si sveglia tre-quattro volte a notte per mangiare e vedo l'espressione del mio interlocutore mi rendo conto che non è quel che intendeva per "dormire".
Ma dopo si addromenta! Senza dover essere cullata per un'ora o portata fuori a passeggio nel cuore della notte. Senza vomitarmi addosso dopo la poppata. Vuoi mettere? Vabbé, dorme nel letto con me, ma questo è un dettaglio. Ci dormivano anche gli altri.
Insomma, questa è la mia vita di tutti i giorni e mi sembrava di aver trovato un ritmo più che sostenibile. Mamma canguro di giorno, mamma co-sleeper di notte, il blog durante le sieste, il lavoro di sera quando tutto tace (almeno per qualche ora), il crafting quando i bambini guardano dall'altra parte o giocano tranquilli. Quasi quasi avevo anche il tempo di fare qualche mei tai e roba varia da mettere in vendita.
Peccato che ad un certo punto mi sono accorta che la mia testa "fumava". Che quando ho portato Chiara dal medico per un controllo di routine, questo si sia concentrato su di me e sulla mia "aria stanca" con mille raccomandazioni, più che sulla bambina. Peccato che negli ultimi due giorni non sopportassi più la voce dei miei figli. Continuavo a ripetere di non urlare, mentre mio marito mi faceva notare che non stavano urlando.
In genere ho bisogno di segnali psico-fisici evidenti, come quelli elencati qui sopra, per darmi una calmata.
Ed è questo che intendo fare nei prossimi giorni. Riprendere fiato. Continuerò ad aggiornare il blog e a realizzare, nei limiti del possibile, alcuni portabebé su ordinazione. Ma soprattutto cercherò di godermi queste belle giornate, i miei figli, il suono meraviglioso delle loro vocine, l'amaca che mi sono fatta sistemare in giardino, appesa alla corda fatta da Leonardo.
E andrò fiinalmente a farmi fare quel famoso massaggio che mi hanno regalato per la festa della mamma…