Automedicazione: i Miti da Sfatare
Nelle scorse settimane ho avuto a casa i miei cugini torinesi. Giorgio, 13 anni, e Andrea, 17. Durante un giro in bici un po’ troppo spericolato, Andrea ha fatto una brutta caduta procurandosi delle abrasioni sulla schiena e sulla spalla. Ho pulito e disinfettato le ferite ma poi, per sicurezza (e forse un po’ per senso di colpa!) ho preferito portarlo anche dal medico, che ha ripetuto le operazioni di pulizia e disinfezione, e applicato dei grossi cerotti sulle ferite più profonde, raccomandando di tenerli per due giorni e di evitare il contatto delle parti interessate con l’acqua.
Sul momento, il ragionamento non faceva una piega. Tornata a casa, però, con l’afa di questi giorni, mi veniva caldo solo a guardarli, quei cerottoni di plastica. Ho sempre sentito dire che, per guarire, una ferita deve stare all’aria. Di conseguenza – immaginavo – l’utilità del cerotto stava solo nell’evitare il contatto tra la piaga e la polvere o altri agenti potenzialmente dannosi. Ogni volta che i miei figli si fanno un taglietto o una sbucciatura, applico un cerotto (che su di loro ha anche un effetto calmante: il semplice fatto di sapere che ci si sta occupando della loro ferita è già fonte di sollievo) ma lo tolgo sempre alla sera, prima di andare a dormire, per lasciare la ferita “all’aria”.
Poi, grazie al tutorial di Pic, ho scoperto che le mie convinzioni erano, in realtà, credenze popolari e non verità scientifiche. Purtroppo l’ho visto quando le ferite di Andrea erano ormai guarite. Ho visto, infatti, che l’aria non aiuta a guarire prima. La crosta non è, come pensavo, segno di guarigione ma solo del fatto che la ferita si è seccata. Meglio quindi, come ha suggerito il medico, tenere la ferita ben coperta. Ho scoperto anche che i cerotti MySkin sono pensati proprio per consentire una guarigione più rapida evitando la formazione di croste.
Se li avessi conosciuti prima, Andrea avrebbe potuto anche farsi il bagno o la doccia senza preoccupazione. Si tratta infatti di cerotti impermeabili e resistenti all’acqua, con un vero e proprio effetto “seconda pelle”. Vanno applicati sulla ferita dopo averla tamponata, pulita e disinfettata. Nel giro di tre giorni il processo di guarigione è terminato e si può rimuovere il cerotto. Io ne ho messo qualcuno in borsa, sostituendo i cerotti tradizionali, che porto sempre con me. Sperando di non doverli testare troppo presto…