Il Teatro dei Burattini
Nei giorni scorsi è passato, nel nostro paese, il teatro dei burattini. Ho portato Leonardo e Gloria a vedere lo spettacolo di Guignol, la maschera tipica lionese.
Ho assistito anche io ad uno spettacolo, ma non era lo stesso che guardavano i miei bambini. Il mio spettacolo erano loro.
I loro occhi, le loro risate, la loro espressione quando rispondevano alle domande o alle provocazioni del burattino di turno.
Momenti come questi mi ripagano di tutte le quotidiane fatiche.
In questo post, Lanterna mi definisce una madre-mamma. Definizione per me lusinghiera, che riflette ciò che probabilmente traspare leggendo le pagine del mio blog.
Ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Non sono una mamma che si sacrifica per i propri figli. Non sono una donna che gioisce solo della gioia dei propri figli, o che vive la vita attraverso i propri figli. Se mi dedico così intensamente a loro è, sì, perché credo sia ciò di cui hanno bisogno. Ma è sicuramente anche ciò di cui ho bisogno io.
L’altro giorno, al teatro dei burattini, mi sono resa conto di una cosa importante. Le risate dei miei figli consolano la bambina che sono stata e che ancora è in me. Riscattano la tristezza della mia infanzia. La loro spensieratezza rincuora quella bambina che, spensierata, non ha mai saputo essere.
Dedicarmi ai miei figli è (anche) dedicarmi a quella bambina che non si è mai sentita tale e che ora, insieme a loro, vive una seconda possibilità di crescere in modo armonioso.