Perché indosso un triangolo
Non amo particolarmente i gioielli, non ne compro e non ne indosso, a meno che questi non abbiano un significato o una funzione ben precisa. In alcuni casi si tratta di regali, e quindi il significato è il legame con la persona che me li ha offerti. In altri sono veri e propri amuleti, ricordi di viaggio, o mantra materializzati, come quelli che commissiono alla mia amica Irena, alias Jole sul prato.
Indosso parole o simboli che mi siano di aiuto, di conforto o d’ispirazione a seconda dei diversi periodi della mia vita. L’ultimo acquisto è stato l’anello con il triangolo, che sono andata a ritirare direttamente a Firenze, e che Irena ha realizzato sotto i miei occhi.
Perché il triangolo? Questa figura ha per me molti significati importanti.
La montagna
Gli ultimi dodici mesi non sono stati proprio una passeggiata. Ci sono momenti in cui mi sento una pessima madre o una donna ormai “spacciata”. Momenti in cui mi lascio travolgere dai sensi di colpa. Poi mi guardo intorno, e soprattutto mi guardo dentro. Mi concentro sulle persone meravigliose che ho accanto e sulla forza con la quale, fin da bambina, ho dovuto affrontare le sfide che la vita mi presentava. Mi immagino come una montagna, e su questa immagine medito. La montagna sopporta tempeste, valanghe, terremoti, anche crolli che a noi sembrano catastrofici. Ma non è che la sua superficie ad esserne scalfita. Passata la tempesta la montagna torna a stagliarsi, forte e fiera, contro un cielo limpido.
Il divorzio è stato una frana. L’adolescenza dei miei figli è una valanga. Quell’uomo che non mi voleva? Un sassolino che rotola giù per il fianco. Tutto questo porta scompiglio ma non intacca la struttura della montagna 🏔.
E questo triangolo è, tra le altre cose, il simbolo della montagna che ho dentro.
L’energia divina
Secondo il tantrismo, il dramma dell’occidente sta nel fatto di considerare corpo e spirito come due entità separate. Nel tantra non ci sono frontiere tra l’uno e l’altro. Allo stesso modo, quando due persone si uniscono, sono due universi che si incontrano. Due universi che diventano uno. Questo processo viene simboleggiato da due triangoli. Il triangolo rovesciato, 🔻con la punta rivolta verso il basso, simboleggia Shakti, l’energia creatrice, la matrice cosmica. Il triangolo con la punta verso l’alto rappresenta Shiva, colui che distrugge per ricominciare, indissolubilmente legato al suo corrispettivo femminile.
Uniti, questi due triangoli rappresentano l’Universo intero, e al tempo stesso il corpo umano (ogni corpo è considerato come un vero e proprio universo). Secondo il tantrismo, il corpo è un potentissimo incubatore spirituale: è il tempio nel quale avviene il miracolo. Il luogo in cui l’Uomo ha a disposizione tutti i mezzi per raggiungere il Divino.
Il triangolo di Karpman
Si tratta di uno strumento potentissimo utilizzato in analisi transazionale per risolvere i conflitti. Con un neo-ex-marito e due su tre figli in piena adolescenza, ricordare questi meccanismi nei momenti di tensione mi permette di non “cascarci”.
Secondo Stephen Cartman, analista transazionale americano, molte delle nostre “transazioni” (l’AT definisce transazioni le interazioni tra persone) possono essere ricondotte ad una struttura semplice, quasi banale, e ripetitiva, nella quale restiamo imprigionati creando dei conflitti. In particolare Kartman si riferisce al triangolo “vittima-carnefice-salvatore” 🔼.
- Chi si attribuisce il ruolo di vittima accusa il suo presunto persecutore e si aspetta aiuto dal salvatore. Spesso però la vittima non è che un persecutore, e il suo scopo è far sentire in colpa colui che ritiene essere il suo carnefice.
- Il persecutore ha un comportamento da bullo, e attribuisce tutte le colpe alla “vittima”.
- Il salvatore sembrerebbe, a prima vista, avere un ruolo positivo ma in realtà il suo intervento alimenta la fragilità e la dipendenza della “vittima”. Finché c’è un salvatore disposto ad intervenire la vittima non uscirà dalla sua posizione di vittima.
Alcune persone incarnano spesso uno di questi tre ruoli, ma nella maggior parte dei casi questi sono altamente intercambiabili, e possono alternarsi nel corso di una stessa discussione. C’è un unico modo per uscire da questo meccanismo, e consiste semplicemente nell’individuarlo. Il triangolo che porto al dito mi aiuta a riflettere su questo processo. A chiedermi se mi sto comportando da vittima (povera mamma a cui i figli rispondono male, donna sola con una casa difficile da gestire, single in attesa del principe azzurro…), da persecutore (meno frequente nel mio caso) o da salvatore (un istinto che tutti abbiamo con i nostri figli ma che, spinto all’eccesso può diventare dannoso e rendere i ragazzi poco autonomi). Non appena individuato uno di questi meccanismi, posso fare un passo indietro ed elaborare la mia strategia per uscirne.
Tutti questi significati, più il valore affettivo di un oggetto creato appositamente da un’amica e che posso portare sempre con me ❤️