La Florida in Famiglia: #OnTheRoad
Lasciata Orlando con i suoi parchi d’attrazioni, volevamo visitare un po’ la Florida. Siccome a me piace scoprire i posti in cui di solito non vanno i turisti (e di turisti ne abbiamo incrociati a volontà a Universal) abbiamo deciso di percorrere una strada alternativa per andare a Miami, invece di scendere lungo la costa, percorrendo la route 95. Volevo scoprire l’interno della Florida. Avevamo una prenotazione per l’indomani ma ci eravamo lasciati una notte “all’avventura”
Sulla cartina ho visto un lago, il lago Okeechobee, e ho pensato che intorno al lago ci sarebbero stati sicuramente dei paesini caratteristici. Così abbiamo imboccato una strada secondaria che andava verso l’entroterra. Una strada larga e dritta, che sembrava non avere mai fine. All’orizzonte, non una montagna né una collina: tutto piatto a perdita d’occhio. Al posto dei gatti o – al massimo delle volpi – che ci capita di trovare investite in mezzo alla strada, in Florida c’erano orsetti lavatori. Che peccato… avremmo preferito vederli vivi.
Siamo arrivati al lago e dei “paesini caratteristici” che pensavo di trovare non c’era traccia. Non che non fossero caratteristici, ma non c’erano proprio i paesini! Non avevo mai percorso così tanta strada senza vedere una sola casa. Puoi guidare per ore senza vederne.
Ad un certo punto abbiamo visto alcune abitazioni, qualche capannone e un ristorante. Era ora di pranzo, quindi abbiamo deciso di fermarci. All’ingresso non c’era nessuno. Sembrava che il locale fosse chiuso. Ma sul muro c’era un post-it che diceva: «Per il ristorante, andate di qua ->». Abbiamo seguito la freccia e ci siamo ritrovati in una grande sala con un biliardo, anche quella vuota. In un angolo della sala c’era una porta aperta… ecco finalmente il ristorante. Sembrava di essere in un film. Ci siamo seduti e la barista/cameriera è venuta a prendere la nostra ordinazione. Era bionda, un po’ tozza e aveva un dente solo.
Dentro al ristorante era tutto buio, sembrava che fosse notte e invece era mezzogiorno. Abbiamo pranzato, poi abbiamo chiesto alla barista un consiglio su dove andare a dormire quella notte. Lei ci ha chiesto dove eravamo diretti, e quando le abbiamo detto Miami ci ha consigliato Palm Beach o Boca Raton. Tutte località sulla costa, sulla famosa strada numero 95 che avevamo evitato di proposito. Le abbiamo detto che volevamo evitare le destinazioni turistiche e che cercavamo qualcosa lì nei dintorni. Lei ci ha guardati con un’espressione che era un misto tra l’incredulo e il sospettoso, poi ha detto: “Chiediamo a Jack. Lui saprà consigliarvi”. Ha aperto una porta e la luce del giorno ha invaso la sala. Sul retro c’era un dehors nel quale Jack e sua moglie stavano bevendo dei cocktail.
«Vogliono stare alla larga dai turisti» ha detto Jack alla moglie, traducendo la mia richiesta. Poi tutti e due si sono messi a ridere, non so se perché in questa stagione i turisti sono dappertutto o se perché – anche noi ci consideriamo “viaggiatori” – per loro siamo comunque turisti.
Anche loro ci hanno consigliato di andare verso la costa. Hanno detto che lì non c’era niente da vedere. «Non importa» insistevo «vogliamo vedere dei posti caratteristici». Abbiamo aperto Google Maps e nominato alcuni paesi lì intorno ma ogni volta Jack scuoteva la testa. Così, dopo aver fatto due chiacchiere con loro, ci siamo avviati nuovamente verso la 95, ma – ovviamente – scegliendo il percorso più lungo.
Arrivati sulla costa abbiamo ritrovato la A1A, la strada che attraversava anche Saint Augustine. Percorrendola abbiamo visto delle case meravigliose sulla spiaggia. Il mare però non lo si riusciva vedere, né vi si poteva accedere, perché quasi tutte le spiagge facevano parte di quelle megaville.
Fallita la nostra esperienza da esploratori coraggiosi, abbiamo trovato una stanza in un motel a Boca Raton. Prossima tappa: Miami. Lì avremmo incontrato un amico di Jean che ci vive da quindici anni e che, quando ha sentito il racconto della nostra “avventura” ci ha messi in guardia: “Se un posto non l’avete mai sentito nominare, lasciate stare. Potreste anche prendervi una pallottola”.
Accidenti, avremmo potuto essere cacciati via a fucilate e invece siamo stati solo consigliati gentilmente di riunirci al flusso dei turisti. Però, in effetti, usciti dal ristorante abbiamo trovato il parabrezza rotto…