Favorire la Complicità tra Fratelli: la Lettera a Se Stessi
Come tutti i fratelli e sorelle, i miei figli si amano e si odiano al tempo stesso. Possono non sopportarsi per settimane o giocare insieme pacificamente per mesi. Poi, un evento anche banale ribalterà completamente la situazione. Guai, però, se qualcun altro osa importunare l’una o l’altro: la solidarietà scatta immediatamente, e viene dal profondo del cuore.
La scorsa estate, ad esempio, Chiara è andata a casa di un’amica ed è tornata con quattro pupazzi che questa le aveva regalato. Gloria era infastidita dal fatto che sua sorella avesse dei nuovi giocattoli. Come è naturale, ne avrebbe voluti anche lei.
Qualche giorno dopo, l’amichetta in questione insisteva con la mamma, che non poteva accontentarla, per invitare nuovamente Chiara. Per risolvere la situazione e far piacere alle bambine, ho proposto di ricambiare e ho invitato l’amica.
Hanno giocato tranquillamente per tutto il pomeriggio e poi, al momento di andar via, la bambina ha chiesto a Chiara di regalarle quattro dei suoi pupazzi. Chiara le ha detto di sì, ma io sapevo benissimo che teneva molto a due di quei quattro peluches. L’ho presa in disparte e le ho chiesto se aveva davvero voglia di regalare i pupazzi all’amica o se si sentiva obbligata. Mi ha detto che le avrebbe dato volentieri due di quei peluches, ma che avrebbe desiderato tenere gli altri due. Le ho detto quindi di dire la verità all’amica.
La crisi
Questa è andata su tutte le furie, ci ha chiesto di riportarla a casa e ha detto a Chiara di restituirle i pupazzi che le aveva regalato nei giorni precedenti. Con gli occhi colmi di lacrime, lei glie li ha restituiti. Mio marito ha riportato a casa l’amichetta e Gloria ha consolato sua sorella. L’ha abbracciata e coccolata, e le ha regalato due dei suoi pupazzi. Quando mi sono complimentata con lei per questo gesto mi ha detto: «È normale, tengo più a mia sorella che ai miei pupazzi!».
Per me che le avevo sentite dirsi terribili cattiverie solo qualche giorno prima, queste parole erano come l’arcobaleno dopo un acquazzone.
Momenti come questi (sia quelli in cui se ne dicono di tutti i colori che quelli in cui si amano alla follia) sono all’ordine del giorno in tutte le famiglie. In quanto genitori, vorremmo coltivare i secondi e limitare al massimo i primi.
La Lettera a Se Stessi
Io ci ho provato chiedendo alle bambine, in quell’occasione, di scrivere una lettera a se stesse. Una lettera dalla se stessa piena di amore a quella arrabbiata con la sorella, per ricordarle quanto l’ama e quanto questa sia stata gentile in questa o quella occasione.
A loro l’idea è piaciuta tantissimo. Ogni volta che litigano, le invito a rileggerla. In genere lo fanno malvolentieri e borbottano dicendo che non pensano più quello che hanno scritto, ma io sono convinta che rileggere quelle parole sia importante per rinforzare le fondamenta della loro relazione.
La prossima volta che i tuoi figli vivono uno di quei momenti magici, pieni di complicità e affetto, invitali a scrivere una lettera al loro sé arrabbiato con il fratello o con la sorella. Puoi anche incorniciare le lettere e appenderle nelle loro camere per ricordare questo bel momento e per facilitarne la consultazione quando necessario.
Se i bambini non sanno ancora scrivere ma sono abbastanza grandi da poter formulare i concetti in questione, puoi essere tu a scrivere la lettera (o le lettere) e a leggerla a voce alta nei momenti di tensione. Non durante il litigio, ovviamente, ma appena calmata la “crisi”.
Le tue strategie
E tu? Quali strategie usi per favorire la complicità tra fratelli e sorelle?