Parlare con i Bambini per Aiutarli ad Esprimersi Meglio
Tutto ciò che concerne il linguaggio contribuisce ad ampliare non solo il vocabolario dei nostri figli ma anche la loro capacità di esprimersi. Tutto ciò che ha un nome esiste. Lo sapevi? Gli inuit hanno diverse parole per descrivere le diverse gradazioni di bianco, e questo le rende tutte ben distinte e facili da riconoscere, per loro. Per noi il bianco è “bianco”, al massimo riusciamo a spaziare dal “ghiaccio” al “panna”. Non abbiamo parole per le diverse gradazioni di bianco, e per questo in genere nemmeno le vediamo.
Lo stesso vale, ad esempio, per le emozioni. Ultimamente si sta facendo un gran lavoro di divulgazione e i bambini sono sempre più consapevoli delle diverse emozioni e dei loro nomi, il che permette loro di identificarle e descriverle più facilmente. La fase successiva, che ancora molti di noi (non solo i bambini, ma anche e soprattutto gli adulti) non padroneggiano, è il lasciare andare queste emozioni. Ma ci arriveremo.
Tornando al linguaggio, questo ha un ruolo fondamentale nella formazione del bambino, e la capacità di nominare le cose, le idee, le emozioni lo rende più forte, più autonomo, più consapevole.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Atlanta, i bambini imparano dall’interazione e non dall’ascolto passivo. Imparano dai genitori, dai fratelli e sorelle, dalle persone che si prendono cura di loro, ma non dalla TV, dalla radio o da altri marchingegni a senso unico.
I bambini che hanno la possibilità di interagire con genitori, educatori o altre persone (nonni, zii, fratelli e sorelle…) sviluppano un linguaggio più ricco e una migliore capacità di espressione. Sapersi esprimere meglio va a braccetto con “sapersela sbrigare meglio”, e questa è una capacità che tutti vorremmo trasmettere ai nostri figli.
Dialogo, canzoni, filastrocche, letture ad alta voce, tutto “pane per i loro denti”: tutti strumenti che ci permettono di nutrire il vocabolario e la capacità di espressione dei nostri figli.
Un bambino che sa esprimersi correttamente e che è a suo agio con il linguaggio e con le emozioni sarà un adolescente che saprà descrivere e condividere un eventuale disagio, comunicandolo ai genitori (o ad altre persone di cui si fida) invece di tenerlo per sé, correndo il rischio di incorrere in conseguenze catastrofiche.
Inizia fin dal primo giorno a parlare, cantare, raccontare storie al tuo bambino. Tesserete un legame che durerà per sempre, svilupperete capacità che potranno addirittura essere trasmesse alle generazioni successive.