Yoga Nidra: Cos’è e Come si Pratica
Lo Yoga Nidra è uno stato di sonno dinamico. Una tecnica che permette di indurre un profondo rilassamento fisico, emotivo e mentale. In questo stato siamo estremamente ricettivi e possiamo lavorare sul nostro io più profondo, anche su quello che la psicologia definisce inconscio. A metà strada tra il sonno e la veglia, lo yoga nidra è «sonno con pizzico di consapevolezza», come lo definisce S. S. Saraswati nel suo libro “Yoga Nidra“.
Il nostro io più profondo è sempre sveglio, anche quando dormiamo. Durante lo stato di veglia subisce le interferenze di ciò che accade intorno a noi, dei pensieri e degli stimoli ai quali i sensi sono esposti. Non solo: subisce anche i condizionamenti “interni” dovuti alle nostre esperienze mentali o all’educazione, che ha formato in noi numerosi pregiudizi. Durante lo yoga nidra siamo liberi da questi condizionamenti e perfettamente aperti, pronti ad entrare in contatto con la parte più vera e profonda di noi.
I benefici
Lavorando con lo yoga nidra possiamo sradicare le cattive abitudini o instaurarne di buone. La pratica permette inoltre di far affiorare idee e intuizioni che, in condizioni normali, vengono disturbate dal flusso dei pensieri, delle azioni e degli eventi. Durante la pratica siamo completamente aperti e pronti ad ascoltare le risposte, le soluzioni e i suggerimenti che il nostro inconscio ci manda.
A livello fisico, lo yoga nidra permette di lasciare andare le tensioni dovute a cause emotive: spesso il sonno non è sufficiente a rilasciarle e queste si accumulano in una determinata parte del corpo (stomaco, gola, cervicale, eccetera) causando disturbi cronici.
Lo yoga nidra è accessibile a tutti: adulti, bambini, anziani, persone sane e persone malate. Non richiede una condizione fisica particolare. La pratica regolare ha effetti positivi sull’umore, sul sistema immunitario e sulle malattie psicosomatiche.
Questa tecnica ci permette di identificare e comprendere, serenamente, tutto ciò che ci condiziona, in modo da poterci liberare dai condizionamenti stessi.
Le Upanishad parlano di quattro stati di coscienza: la veglia, il sogno, il sonno profondo, e un quarto stato che è quello “di fondo”, lo sfondo sul quale appaiono e scompaiono gli altri tre. È proprio su quest’ultimo che lo yoga nidra ci permette di lavorare.
Quello che normalmente chiamiamo “mente” è il pensiero ordinario, che comprende la ragione, la memoria, l’immaginazione. La mente reagisce alle emozioni e alle sensazioni principalmente in due modi: con desiderio o avversione. Davanti ad uno stimolo piacevole la mente attiva il desiderio; davanti ad uno sgradevole l’avversione.
Desiderio ed avversione sono, secondo il Buddha, le principali cause della sofferenza umana. Lo yoga nidra, così come la meditazione, ci permette di staccarci dal flusso di emozioni e sensazioni e, di conseguenza, dalle reazioni di desiderio e di avversione. Grazie alla pratica riusciamo ad avere una visione più lucida e chiara di noi stessi e della vita.
Il sankalpa
La pratica si conclude con il sankalpa, o intenzione, una sorta di “buon proposito” che possiamo seminare nel terreno fertile della consapevolezza, approfittando dello stato di completa apertura che lo yoga nidra ci permette di raggiungere.
Come praticare lo yoga nidra
Se non hai la possibilità di praticare con un insegnante puoi provare con questo video. Rifletti sul tuo sankalpa prima di cominciare, poi assicurati di non avere interruzioni e ritagliati un po’ di tempo e di spazio per praticare.