Il Tiro con l’Arco e l’Arte dell’Autocontrollo
L’anno scorso Gloria ha iniziato a praticare il tiro con l’arco. Per mesi l’ho guardata con curiosità e ammirazione, poi ho deciso di unirmi a lei. Oltre al piacere di condividere quest’attività e il tempo che le dedichiamo (le lezioni non sono divise per età, quindi le svolgiamo insieme), sta crescendo in entrambe una vera passione e una sorta di complicità che ruota attorno alla filosofia che quest’arte racchiude.
Spesso ci ritroviamo a parlare per metafore legate al tiro con l’arco. Dopo un litigio con suo fratello durante il quale sono volate parole grosse, Gloria sosteneva che tacere, non reagire alle provocazioni, fosse segno di debolezza.
Le ho suggerito di pensare al momento in cui, imbracciato l’arco, sta tendendo la corda. Quando la tensione è al massimo, la cosa più semplice da fare è lasciarla andare.
La vera forza
Le ho chiesto se, secondo lei, una volta armato l’arco, ci voglia più forza per mantenere la corda tesa o per lasciar andare la freccia. Lei mi ha risposto senza esitazione. Tenere la corda tesa richiede molto più sforzo, più fatica, una maggiore forza.
Paragonando lo scoccare della freccia alla reazione istintiva (alzare la voce o, peggio, le mani) le ho fatto notare quanto sia più facile lasciarsi andare, lasciare uscire il peggio di sé, in un semplice gesto che dura meno di un secondo.
Una volta partita, la freccia non può più essere fermata. La si può andare a recuperare, ma il bersaglio rimarrà segnato.
L’autocontrollo nelle relazioni
Così è con le relazioni. Certe parole feriscono come frecce. Si può chiedere scusa e si può ottenere il perdono, ma il gesto compiuto per mancanza di forza potrebbe lasciare una cicatrice. Meglio quindi sforzarsi e fare prova di autocontrollo. Ad un certo punto ci accorgeremo che la reazione è diventata inutile.
Alla fine del percorso di apprendimento, il perfetto guerriero è quello che non deve più combattere, perché il bersaglio e il pensiero si equivalgono e il “gesto perfetto” è semplicemente la dimostrazione di questo connubio.
– E. Maolucci
Questa consapevolezza è ciò che fa del tiro con l’arco non un semplice sport ma un’arte, un esercizio di meditazione, una lezione di filosofia. Un percorso che sono felice di intraprendere insieme a mia figlia e che consiglio a chiunque abbia la possibilità di percorrerlo.