Incontro con Frère Antoine, l’Eremita dell’Esterel
Frère Antoine, nato Louis Chauvel, è un eremita francese. Ha 93 anni e da 50 vive in una grotta a Roquebrune-sur-Argens, sul massiccio dell’Esterel. La sua vita è ritmata dalle numerose visite da parte di persone in cerca della propria strada, ma anche di semplici turisti e curiosi:
Quando vengono i turisti, faccio come Giona nel ventre della balena: mi faccio da parte, canto le lodi del Signore e aspetto che se ne vadano.
Racconta ridendo.
Sono andata a trovarlo ieri per la prima volta insieme al prete del mio paesello, ad un soldato polacco della legione straniera e ad una ex suora. Un gruppo improbabile per una spedizione che non dimenticherò.
La grotta di Frère Antoine è arredata con mobili di legno fatti da lui o addirittura scolpiti nella pietra (prima di diventare eremita faceva lo scultore). Splendida la sua libreria scavata nella roccia. L’eremita mi ha consigliato un libro che, dice, gli ha fatto un gran bene. Si intitola “L’âme du Gange“, scritto da un autore-viaggiatore che lui conosce personalmente e che, dice, potrebbe essere il suo successore. Inutile dire che l’ho già ordinato su amazon.
Frère Antoine ha un gran senso dell’umorismo e nessun attaccamento alla vita. Quando il prete gli ha detto che sarebbe tornato tra qualche settimana con una coppia di amici polacchi ha risposto ridendo: «Oh, spero di morire prima!»
Il suo soggiorno tra le montagne dell’Esterel è stato interrotto da alcuni lunghi viaggi in India durante i quali ha incontrato Vinoba, discepolo di Gandhi, e il Dalai Lama. L’India l’ha segnato in modo così profondo che, racconta:
Laggiù ho perso la mia identità francese: ho smesso di lamentarmi!
Alle preghiere (non cristiane né induiste ma universali) l’eremita alterna le canzoni, che compone egli stesso e con le quali delizia i visitatori, accompagnandosi con uno strumento indiano del quale non ha voluto dirmi il nome.
Quando riesce ad avere un po’ di solitudine (tra turisti e visitatori in cerca di spiritualità è meno eremita di quanto vorrebbe!) Frère Antoine legge, scrive, prega e medita. Ha pubblicato alcuni libri, purtroppo disponibili solo in francese:
Se conosci il francese, leggi anche, sul web, “Bonnes nouvelle du fond de soi – préceptes de Frère Antoine“.
Alla grotta ho avuto modo di sfogliare “Merci pour tout” (l’ultimo in ordine di tempo) che ho ordinato insieme a quello di Gaullier.
Non ho scattato fotografie di Frère Antoine né dell’interno della sua grotta. Non ne ho sentito il bisogno. Ne trovi comunque in abbondanza sul web.
Frère Antoine non è un Maestro, non pretende di insegnare nulla. È soltanto un uomo semplice, che a volte si sveglia di cattivo umore e caccia via i visitatori.
Eppure non si arrabbiano.
Racconta stupito.
Un uomo che vive in tutta semplicità, come Giona nel ventre della balena, cantando le lodi di Dio. Un Dio che non ha etichette né confini. Che non è francese né indiano né arabo. Un Dio che è Uno, e che potremmo chiamare anche Natura, Universo, o come vogliamo.
Sfottendo il mio maestro di yoga, che conosce da anni, mi ha detto ridacchiando:
Lui parla sempre di energie: io non ho bisogno di lavorare con le energie. Ho il mio Fornitore diretto. Quando ho bisogno di energia, Lui me la dà!
Frère Antoine riceve volentieri i visitatori interessati ad uno scambio autentico ma non ama i turisti che si recano alla sua grotta come allo zoo. Se vai a trovarlo, dovrai farlo con cortesia e con decisione per vincere la sua iniziale reticenza. Se non osi farti avanti, ti rispedirà indietro. Puoi portargli del cibo in scatola o della coca cola, che gli piace un sacco. Non regalargli oggetti inutili: li offrirà al visitatore successivo.
Se porti da mangiare, attenzione: gli restano solo pochi denti, quindi cose facili da masticare! Ti inviterà volentieri a pranzo, condividendo ravioli precotti e altre delizie a lunga conservazione che tiene in dispensa: tutti regali dei suoi visitatori. Ti preparerà un ottimo caffè con la moka e non ti permetterà di sparecchiare: nonostante i 93 anni suonati, del servizio si occupa lui!