Mauritius e la Religione – Un Esempio di Tolleranza
Qui a Mauritius convivono serenamente diverse religioni. Ci sono prevalentemente cattolici, induisti o tamil e musulmani. Come vi ho raccontavo qui, nella strada in cui vive la “nostra” famiglia si trovano un tempio tamil, uno induista e una chiesa uno dietro l’altro. Nella capitale, nel cuore del quartiere musulmano sorge serenamente la chiesa di San Francesco d’Assisi.
Al tempio di Ganga Talao i fedeli di tutte le religioni vengono accolti a braccia aperte e ciascuno riceve una benedizione. Mentre guardavamo timidamente, da fuori, una cerimonia dedicata a Shiva (una delle principali divinità dell’induismo) il sacerdote ci ha fatto segno di entrare e ci ha invitati a prendervi parte. Poi ci ha benedetti e ha tracciato sulle nostre fronti il simbolo del terzo occhio.
Un giorno ho chiesto a Radesh (un amico di Gérard che ogni tanto passa da casa) quale fosse la differenza tra induisti e tamil.
«Nessuna differenza» mi ha risposto.
«Quando è la nostra festa, li invitiamo a festeggiare. Quando è la loro festa, ci invitano loro. Festeggiamo insieme. Non ci sono differenze»
Qui i simboli delle diverse religioni convivono, esattamente come le persone, in un clima di apertura e di tolleranza che non avevo mai visto prima.
Tolleranza non solo religiosa: se i mauriziani hanno fama di persone estremamente gentili è anche grazie a questa loro caratteristica: al turista sbruffone che rimanda indietro il piatto perché “troppo caldo”, “troppo salato” o “poco cotto”, il ristoratore risponde con un sorriso e il cuoco rimedia senza sbuffare. Il segreto? Semplice: per loro quello non è affatto un problema. Se una cosa non piace al cliente, la si cambia. Non c’è problema. Non lo prendono come un fatto personale e non conoscono l’insofferenza che sviluppiamo noi quando le cose non vanno come abbiamo previsto.
Questo clima di tolleranza si estende addirittura oltre la vita. Nei cimiteri si possono vedere, raggruppate per tipo, le tombe cattoliche su cui svetta la croce, quelle musulmane con una sorta di obelisco e quelle tamil, semplici e tutte uguali. Gli induisti non sono presenti perché per tradizione cremano i loro morti.
Personalmente, al momento sono particolarmente interessata a tutto ciò che ruota intorno all’induismo, che ho iniziato a studiare parallelamente allo yoga e che trovo molto affascinante. Mi piacciono molto i templi tamil (eh no, non ho ancora capito quale sia la differenza tra induismo e tamil, so solo che quest’ultimo ha le sue radici nel primo ma dà maggiore importanza ad alcuni dei piuttosto che ad altri, e ha tradizioni differenti. Inoltre le due religioni vengono da diverse zone dell’India), estremamente vistosi e variopinti.
Conosco alcune delle loro divinità per aver studiato la Bhagavad Gita, il Mahabarata (da cui è tratto il Ramayana)e le Upanishad, ma molte mi sono ignote e solleticano la mia curiosità. Durante questo viaggio ho voluto “immergermi” completamente in questa cultura, visitando i templi e chiacchierando con induisti e tamil.
La scorsa settimana siamo stati al Tempio Ganga Talao, di cui vi parlavo sopra. Il tempio sorge sulle rive del Grand Bassin, un lago di origine vulcanica considerato sacro quanto il fiume Gange. Il sito è conosciuto dai turisti per la presenza della grande statua del dio Shiva. Con i suoi 33 metri di altezza è la più grande al mondo dopo quella di Vadodara, in India, di cui è la replica.
I fedeli arrivano da ogni parte dell’isola (in occasione della festa Maha Shivaratri i pellegrini vengono addirittura a piedi e a digiuno) per bagnarsi nelle acque sacre del Ganga Talao. Noi ovviamente non ci siamo tirati indietro.
Questa donna ha fatto un voto e sta donando i suoi capelli alla dea del fiume Gange, che si dice sia presente in questo lago, come pegno. Dopo una breve cerimonia durante la quale ha recitato delle preghiere insieme ai suoi familiari e ha offerto doni (che vedete nella prima foto di questo post) alla dea la donna, in lacrime (non per i capelli ma per ciò che spera di ottenere grazie a questo rituale), sta sacrificando la sua lunga chioma.
Eccola in visita al tempio poco dopo la cerimonia.
Nei pressi del tempio di Ganga Talao vivono in libertà queste scimmiette (molto rispettate dagli induisti in onore di Hanuman, loro illustre rappresentante di origine divina) che interagiscono volentieri con i visitatori. Ma attenzione a non disturbarle o vi cacceranno via in malo modo!
Da questo viaggio torneremo, oltre che con un gran bel bagaglio di ricordi, con la certezza che la convivenza pacifica tra religioni diverse è possibile. Un bel messaggio e un insegnamento importante per i nostri figli!
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