Todi Appy Days
La scorsa settimana ho avuto il piacere di partecipare ad una manifestazione unica nel suo genere in una location meravigliosa: Todi Appy Days. Il luogo, come avrete capito, è Todi, una cittadina meravigliosa nel cuore di una delle regioni più suggestive del nostro Paese. L’evento era interamente dedicato alle applicazioni e ai wearable, cioè a tutti i dispositivi tecnologici indossabili.
Nell’ambito di Todi Appy Days ho avuto l’opportunità di moderare un panel al quale partecipava anche Catiuscia Marini, presidente della regione Umbria, entusiasta delle nuove tecnologie. Poi, insieme a Edoardo Schenardi, ho presentato un panel nel quale ho parlato di come conciliare tecnologia e tradizione (praticare lo yoga con un’applicazione può sembrare “blasfemo” ai puristi di questa disciplina ma, per tutti gli altri è una meravigliosa opportunità per scoprire un universo che – altrimenti – non avrebbero mai conosciuto).
Come spesso avviene in questi casi, l’evento è stato anche una meravigliosa scusa per incontrare persone con cui lavoro ma che raramente vedo di persona, e per creare nuovi contatti, sia personali che professionali. Tra le altre cose, ho avuto l’opportunità complimentarmi con Riccardo Scandellari (in arte @skande) per il suo libro, che ho letto e molto apprezzato, e che consiglio a chiunque voglia migliorare la propria immagine online.
Un’ombra dolorosa ha purtroppo velato la gioia di quei giorni. Il giorno prima della partenza Edoardo ed io abbiamo saputo che Alberto D’Ottavi, nostro comune amico, aveva avuto un ictus. Dopo alcuni giorni passati in bilico tra la vita e la morte, Alberto ci ha lasciati. Il destino ha voluto che la notizia ci arrivasse mentre eravamo ad Assisi, proprio di fronte a Santa Maria degli Angeli. Questa basilica racchiude al suo interno la porziuncola. Si tratta di una piccola chiesa molto cara a san Francesco, e del luogo in cui egli morì, il 3 ottobre 1226. Sono convinta che nulla accada per caso, e quel luogo sacro ci ha senz’altro aiutati a metabolizzare il nostro dolore.
Non voglio dilungarmi oltre su questa triste vicenda, e soprattutto non voglio chiedermi se un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare Alberto (che ha perso tre preziosissime ore prima di ricevere le cure necessarie). Vorrei però approfittare dell’occasione per scongiurare altre tragedie del genere, ricordandovi che quando si riconoscono i sintomi di un ictus bisogna recarsi AL PIÙ PRESTO non nel primo ospedale ma nella più vicina unità anti-ictus. Informatevi su quelle vicino a casa vostra. Queste cose, purtroppo, non capitano solo agli altri.