Niente più Scuse: Minimalismo per Genitori
Molti di noi pensano che il minimalismo sia impossibile in una casa in cui vivono dei bambini. Ho iniziato il mio percorso quasi un anno fa e ho ancora molta, moltissima strada da fare.
In questo post Leo Babauta, minimalista, autore del libro The Power of Less e padre di sei figli, racconta la sua esperienza*.
“Ho imparato a non usare più la mia famiglia come scusa per non affrontare un cambiamento che vorrei realizzare. Ho deciso, invece, di coinvolgerli, e insieme ci divertiamo moltissimo”:
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- Comincio da me. Non puoi obbligare tuoi familiari a cambiare se non lo desiderano. Quello che devo fare, quindi, è cambiare me stesso, ed essere un esempio vivente del fatto che c’è un’altra possibilità. Una possibilità interessante, forse addirittura migliore. Ne parlo con loro, spiegando perché ho preso questa decisione, quali sono le tappe che sto attraversando, se è difficile o no, se ritengo che il cambiamento sia positivo. Vedendo il mio cambiamento, potrebbero voler seguire la stessa strada. Oppure penseranno semplicemente che sono pazzo. In ogni caso, sapranno che esiste un’alternativa. Il fatto che mi vedano ripulire i miei armadi e i miei cassetti, o digitalizzare i documenti per non dover conservare quelli cartacei, è un buon esempio per loro. Tutto qui. Non chiedo loro di fare altrettanto, non ho aspettative nei loro confronti.
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- Minimalismo è conversazione. Minimalismo non significa buttare via tutto e vivere con poco o niente. In una famiglia, il minimalismo è conversazione. Conversazione su ciò che è davvero importante. Su ciò che è necessario. Perché facciamo le cose. Perché possediamo le cose. Non si tratta di “conversazione” nel senso letterale della parola ma di un modo di vivere. I risultati saranno diversi da una famiglia all’altra. Alcune continueranno sempre allo stesso modo, perché si trovano bene così; altre faranno vari tentativi, e non esiste un modo giusto, valido per tutti. L’importante è iniziare la conversazione e portarla avanti. Per il resto della vita.
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- Godersi i piaceri semplici. Mia moglie ed io abbiamo smesso di fare alcune cose costose con i ragazzi. Ne facciamo ancora alcune, ma cerchiamo di concentrarci maggiormente sul giocare, in casa e all’aperto, o sul cucinare insieme. Non lo facciamo certo ogni giorno (non sempre ne abbiamo il tempo o l’energia) ma abbiamo iniziato a far capire ai nostri figli che le cose semplici sono meravigliose, e che non c’è bisogno di spendere soldi per godersi la vita.
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- Vedere le difficoltà come opportunità di apprendimento. Se inizi a fare decluttering in famiglia, sarai davvero felice dei risultati. Ma ci saranno comunque momenti difficili. Tua figlia potrebbe improvvisamente volere un migliaio di Pet Shop perché ne ha visto la pubblicità. O potreste ricevere un sacco di roba in regalo da amici o parenti. Queste cose potrebbero mettervi in difficoltà e causare frustrazione… o potrete sfruttarle per imparare come comportarvi in queste situazioni che, dopotutto, fanno parte della vita. Dovete imparare a gestirle, o saranno guai. C’è molto da imparare quando i nonni, ad esempio, non riescono a capire perché le vostre case sono “spoglie”.
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- Le sfide sono divertenti. Amo le sfide, specialmente se affrontate con la mia famiglia. Abbiamo fatto una “sfida delle flessioni” per vedere se saremmo riusciti a tenere duro. Ma quello che preferisco è vedere se riusciamo a cavarcela senza alcune cose. In ogni caso, una sfida affrontata insieme è un esperimento utile e divertente per una famiglia.
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- Cambiare le tradizioni in modo positivo. Ci sono un sacco di cose che facciamo semplicemente per inerzia. Perché è così che abbiamo sempre fatto. Ma queste tradizioni possono essere sfidate. Perché comprare sempre più regali di Natale? Non è facile cambiare, perché le persone hanno difficoltà a staccarsi dalle proprie abitudini. Per questo bisogna presentare il cambiamento come un’opportunità. L’opportunità di fare qualcosa di meraviglioso. Nel caso dei regali di Natale, ad esempio, abbiamo deciso di economizzare il denaro che avremmo speso per cose inutili di cui i nostri figli non avevano bisogno, e di utilizzarlo per offrire loro esperienze memorabili. Gite al parco acquatico o viaggi in famiglia invece di giocattoli. Magari ai bambini dispiacerà rinunciare ai giocattoli, ma apprezzano molto le esperienze.
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- Parlare agli altri membri della famiglia. Quando si inizia a cambiare, i familiari (zie, zii, nonni, fratelli, amici, eccetera) si chiedono cosa stiate combinando. Perché state facendo qualcosa di diverso, o avete optato per scelte che non tutti condividono. Questa è in realtà un’ottima opportunità per parlare a queste persone, allargando ulteriormente la conversazione. E, ancora una volta, per dare l’esempio, dimostrando che esistono altre vie. Magari qualcuno deciderà di intraprendere a sua volta un cambiamento importante.
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- Trovare modi nuovi di sostituire le cose. A volte pensiamo di non poter rinunciare a certe cose, ma con un pizzico di creatività vi renderete conto che non ne avevate affatto bisogno. Noi, ad esempio, ci siamo liberati degli album fotografici. Scattiamo foto digitali e le utilizziamo come salvaschermo. Invece di un album polveroso che nessuno sfoglia mai, le nostre foto più belle si aprono davanti ai nostri occhi ogni giorno. Io digitalizzo tutto. Anche i disegni e i bigliettini che i bambini mi scrivono.
- Essere presenti ad ogni passo. Ciò che conta non sono i cambiamenti che farete – se vi concentrate sui risultati andrete irrimediabilmente incontro alla frustrazione, perché non potete avere il controllo sui membri della vostra famiglia. Potrete ispirarli ed influenzarli, ma non forzarli a cambiare le proprie opinioni. Invece potrete essere presenti ad ogni passo, imparare da ogni passo, godervi ogni passo, ed essere la prova vivente del cambiamento nella vostra famiglia».
Cosa ne pensate? Io ci sto lavorando su. Temo di non essere ancora pronta per rinunciare agli “album polverosi” né ai bigliettini che mi scrivono i miei figli, ma a molte cose ho già rinunciato, e da tante altre sto provando a staccarmi. Ho imparato a regalare (e a farmi regalare!) esperienze invece che oggetti, e ho capito che un soprammobile che sta lì a prender polvere non contiene il ricordo della persona cara che ce l’ha offerto. Quel ricordo sta nel nostro cuore, e ce lo portiamo appresso ovunque andiamo.
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Testo liberamente tratto da Zen Habits.