Yoga per prepararsi agli esami
Tempo di esami, ma anche di colloqui di lavoro. Lo yoga offre numerose tecniche che, praticate con regolarità, possono offrire un aiuto prezioso.
Contrariamente a ciò che si crede, praticare lo yoga non significa necessariamente assumere posture da contorsionista. Lo stress è spesso il frutto di una mente sovraccarica. Attraverso la respirazione è possibile trovare la calma e la serenità.
La mente è strettamente legata al respiro. Ogni stato d’animo provoca un ritmo di respiro differente. Se troviamo il modo giusto di respirare, riusciremo a modificare il nostro stato d’animo.
Lo yoga propone numerose tecniche di controllo della respirazione. L’insieme di queste tecniche è detto Pranayama.
Qui ne vedremo due, proposte da Patrick Dufossé, professore alle scuole medie, insegnante di yoga e poeta. Ah, dimenticavo… anche papà.
La prima tecnica è quella della respirazione completa:
Seduti a gambe incrociate (ma andrà bene anche su una sedia), tenete la schiena dritta ma non contratta. Rilassate l’addome, abbassate leggermente la testa, portando il mento verso il petto. Posate le mani sulle ginocchia.
Chiudete gli occhi e immaginate di fissare un punto che si trova tra le vostre sopracciglia.
Iniziate ad inspirare attraverso il naso, gonfiando il ventre, più silenziosamente possibile. Respirare “con la pancia” è essenziale per riuscire ad esplorare e controllare le emozioni.
La respirazione addominale è del resto la più naturale: bambini e neonati la praticano spontaneamente. Durante l’adolescenza i pensieri, le paure, le contrarietà provocano ansia, impedendo alla respirazione di scendere in profondità. Si instaura allora un circolo vizioso e la respirazione toracica (che favorisce l’emotività e l’instabilità psichica) diventa un’abitudine.
Riempite di aria l’addome, poi la cassa toracica, fino alle clavicole, ma senza esagerare.
Senza bloccare la respirazione, espirate dolcemente seguendo il percorso inverso: svuotate il torace, poi l’addome. Concludete l’espirazione rientrando leggermente il ventre, per espellere più aria possibile.
Importante: più l’espirazione sarà lenta, lunga e silenziosa, maggiore sarà l’efficacia di questa tecnica. Idealmente, l’espirazione dovrebbe durare almeno il doppio dell’inspirazione.
Ripetete il ciclo completo una decina di volte.
Se possibile, sdraiatevi qualche istante, braccia e gambe divaricate, e rilassatevi completamente.
[Potete saltare quest’ultima tappa se vi trovate in classe o nei corridoi dell’azienda per la quale vorreste lavorare ;-)]
La seconda tecnica è la respirazione a narici alternate (Nadi Shudi):
Seduti su un tappeto a gambe incrociate (o su una sedia se questo non è possibile). Posate l’indice e il medio sulla fronte, nel punto tra le sopracciglia. Espirate lasciando libere entrambe le narici.
Con il pollice, chiudete la narice destra ed inspirate con la sinistra (o al contrario se siete mancini).
Chiudete la narice con l’anulare e trattenete il respiro per 4 o 5 secondi.
Aprite la narice destra ed espirate per 4/5 secondi.
Continuate inspirando con la narice destra per 4/5 secondi, trattenete il respiro a polmoni pieni per 4/5 secondi, espirate con la narice sinistra per 4/5 secondi, trattenete il respiro a polmoni vuoti per 4/5 secondi e così via. Ricordate di inspirare sempre con la narice dalla quale avete appena espirato.
Ripetete una decina di volte per parte.
Queste tecniche possono essere praticate quotidianamente in un momento di calma, ma anche nel momento di «crisi», ovvero subito prima dell’esame o del colloquio di lavoro. Aiuteranno a ritrovare la calma.
[Testo liberamente tratto dal sito di Patrick.]