21 Dicembre
Eccoci, ci siamo. Il 21 dicembre è ormai alle porte. C’è chi si prepara per la fine del mondo, chi crede o spera in un nuovo inizio, chi semplcemente non ne può più di sentir parlare dei Maya e della loro profezia.
La cosa più costruttiva da fare, in questo momento, mi sembra riflettere su come fare in modo che le nostre vite siano il più possibile piene e intense. Lo sentiamo dire (e magari lo diciamo anche): bisognerebbe vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. E allora perché non approfittare di questa data fatidica per chiederci: “se fosse davvero il mio ultimo giorno, come lo vivrei?” Ci siamo mai presi il tempo di pensarci? E allora vi invito a farlo oggi (prima che sia troppo tardi ;-)).
Ecco quindi che cosa farò domani, vivendo il mio 21 dicembre come se fosse l’ultimo giorno della mia vita.
Mi alzerò presto e farò il mio yoga quotidiano. Ultimamente ho sempre sonno al mattino e mi sto un po’ impigrendo. Alzarsi con il buio è dura. Ma la parte più difficile è uscire dal letto.
NON accenderò il computer prima di colazione. Anzi, non accenderò il computer per tutto il giorno (se ci riesco). Mi limiterò a controllare le e-mail sul cellulare e di rispondere a quelle che considero importanti.
Farò colazione con calma insieme ai miei figli. Cosa che mi riprometto ogni giorno e che non sempre mi riesce.
E siccome domani i bambini vanno ancora a scuola, avrò un sacco di tempo per me. Avendo deciso di non accendere il computer, potrò concedermi il lusso di leggere o di sferruzzare un po’.
Poi andrò a correre. Da quando ho preso questa sana abitudine non soffro più di insonnia e ho addirittura meno male al ginocchio.
Dopo la scuola starò con i bambini. Giocheremo a quello che vogliono loro. Perché per quanto ci sforziamo di trovargli delle cose da fare, loro sanno benissimo a che cosa vogliono giocare.
La sera ceneremo insieme ad alcuni amici. Avevamo previsto una grande festa per contrastare la cupa profezia, ma alcuni avvenimenti familiari hanno un po’ smorzato l’atmosfera festiva. Ci limiteremo quindi a circondarci di persone che amiamo, e a mangiare ciò che più ci piace. E a bere Beaucas a volontà. Beh, magari non proprio a volontà. Ci saranno un bel po’ di bambini in giro per casa e non vorrei che fossero obbligati a metterci a letto.
Cerco poi di percorrere mentalmente una sorta di checklist di ciò che bisogna fare prima di lasciare questo mondo, e mi accorgo di essere abbastanza a posto:
- Le persone che amo sanno che le amo. Magari alcune non sanno quanto le amo. Mi tengo in mente un paio di telefonate da fare se vedrò un asteroide puntare verso di me.
- Non credo di avere torti da perdonare o da farmi perdonare. Se qualcuno ha conti in sospeso con me, si faccia pure avanti (oggi però, ché domani voglio stare tranquilla ;-)).
- La terza ed ultima voce della mia checklist è riuscire a vivere pienamente nel momento presente. Nonostante mi dedichi da anni allo yoga e alla meditazione, ho sempre grandi difficoltà a stare “con i piedi per terra”. Sono una sognatrice e tendo ad avere la testa tra le nuvole, a fare mille progetti e a proiettarmi nel futuro.
Se non c’è niente di male a fare progetti e a pensare al futuro (pessima abitudine, invece, quella di attardarsi sul passato!), si rischia di perdere di vista quello che succede nel momento presente, che è in assoluto il più prezioso.
Vivere nel presente significa esserci al 100%, qualunque cosa si stia facendo. Questa è la mia sfida per il 21 dicembre e per tutti i giorni che seguiranno. Se seguiranno ;-).
E voi? Avete persone da perdonare o da cui farvi perdonare? Ci sono persone che amate ma a cui non l’avete mai detto? Fatelo. Entro domani. Come se fosse l’ultimo giorno. E poi rifatelo regolarmente. Ogni giorno, ogni mese, ogni anno. Ma fate che diventi un’abitudine.
E cercate di vivere il più possibile nel momento presente. Solo così la vita non vi sfuggirà tra le dita.
A questo punto non mi resta che augurarvi una felice fine del mondo!