Perché i bambini francesi non vanno a scuola il mercoledì
Spesso mi capita, il mercoledì, di pubblicare delle foto nelle quali i miei figli sono in spiaggia, in biblioteca o a fare sport. Immancabilmente qualcuno mi chiede perché non sono a scuola, e ogni volta ripeto la stessa spiegazione: i bambini francesi non vanno a scuola il mercoledì. O meglio: questa è stata la consuetudine dal 1972 fino al 2014, quando il governo Hollande ha reintrodotto la settimana di cinque giorni: un esperimento che sarebbe naufragato nel giro di un paio d’anni. Ma andiamo per ordine.
La settimana di quattro giorni
Tradizionalmente, in francia, il mercoledì è il giorno dedicato alle attività extrascolastiche. I bambini vanno a scuola il lunedì, il martedì, il giovedì e il venerdì, a tempo pieno. Il giorno centrale della settimana è quello in cui si va a lezione di danza, di nuoto o di calcio. Così è stato, almeno, per oltre quarant’anni.
Come fanno i genitori?
Beh, semplicemente… sono abituati. Preparati. Organizzati. Molti datori di lavoro sanno che chi ha figli, probabilmente, chiederà il mercoledì libero e la maggior parte delle aziende è organizzata adeguatamente. Nella maggior parte delle famiglie, almeno uno dei genitori riesce tranquillamente a liberarsi. Quando questo non è possibile, non è un dramma: la scuola, infatti, rimane aperta. Non c’è lezione ma i bambini vengono accolti comunque e svolgono varie attività ludiche o educative.
L’esperimento di Hollande
Nel 2014 il governo di François Hollande ha deciso che i bambini sono più attenti e produttivi al mattino e che quindi sarebbe stato preferibile che andassero a scuola tutte le mattine, e che uscissero da scuola un’ora prima al pomeriggio. Un’idea che potrebbe anche non essere malvagia, se non fosse che tutta la società era organizzata diversamente: in seguito a questa riforma tutte le scuole di sport, lingue, musica eccetera hanno dovuto modificare i propri orari, proponendo le loro lezioni al pomeriggio e “spalmandole” nei cinque giorni della settimana. Da noi addirittura lo sci club, che portava i bambini a sciare ogni mercoledì, ha dovuto sospendere le attività rivolte ai più piccoli.
Ma di una cosa la riforma non teneva conto: i genitori continuavano ad avere il mercoledì libero ma non potevano necessariamente uscire dal lavoro un’ora prima negli altri giorni. Risultato: le scuole sono state obbligate a proporre un servizio doposcuola con attività varie (tra cui lo yoga, che io insegnavo nella scuola elementare del mio paesello).
Morale della favola: i bambini andavano a scuola tutte le mattine, non avevano più il loro break infrasettimanale e NON uscivano un’ora prima come invece era previsto. Non solo: ciascuna scuola doveva organizzare (e pagare) le N.A.P. (Nouvelles Activités Périscolaires), ovvero le attività extra proposte a fine giornata.
Molti genitori (tra cui noi) hanno firmato petizioni per tornare alla settimana di quattro giorni e in molte scuole (tra cui la nostra) la richiesta è stata accettata.
Questo è il primo anno del ritorno alla settimana di 4 giorni e c’è ancora un po’ di confusione: molti dei centri sportivi e culturali che propongono attività rivolte ai bambini non hanno avuto il tempo di riorganizzarsi in base al mercoledì libero. Probabilmente tutto tornerà in ordine nei prossimi anni.
La garderie
Un’altra particolarità della scuola francese (parlo di scuole elementari pubbliche) è che accoglie i bambini che lo necessitano prima dell’orario scolastico (se i genitori iniziano a lavorare presto) e oltre il termine delle lezioni (fino alle 18,30-19). Al mattino i bambini giocano e al pomeriggio fanno i compiti. Una volta terminati vengono coinvolti in attività diverse aspettando che i genitori vengano a prenderli. Questo servizio è a pagamento ma il costo viene calcolato in base al reddito, quindi risulta proporzionato alle entrate della famiglia.
Le vacanze
E non è tutto: ogni otto settimane di scuola, i piccoli francesi hanno due settimane di vacanza: un break che personalmente ritengo benefico per i bambini e che, a noi che abbiamo la famiglia in Italia, permette di muoverci in periodi non troppo affollati. Le settimane di vacanza in più che i piccoli francesi hanno durante l’anno vengono poi recuperate in estate: Qui si inizia infatti i primi di settembre (a volte addirittura fine agosto!) e si va a scuola fino ai primi di luglio.
Cosa ne pensi?
Come ti sembra il sistema francese? Ci sono aspetti che vorresti fossero adottati anche in Italia? O, se vivi all’estero, come funziona dalle tue parti?