Montessori: il Grande Equivoco
Nel corso di questi anni vi ho parlato molte volte della mia passione per alcuni metodi educativi “alternativi” che ho sperimentato io stessa con i miei figli: prima il metodo Waldorf e poi quello Montessori (leggi anche “Steiner e Montessori, due metodi a confronto“). Ho però sempre cercato di sottolineare anche il fatto che entrambi sono stati ideati da persone fuori dal comune, persone con un’apertura mentale straordinaria. E questa apertura mentale è senz’altro la dote che chi si ispira ai loro insegnamenti dovrebbe cercare di emulare.
Gli insegnamenti di questi “guru” vanno sempre filtrati con il proprio personale buonsenso e adattati all’ambiente nel quale vive il bambino. Personalmente, ad esempio, trovo che molte scuole Waldorf siano rimaste un po’ troppo “indietro” nel tempo. Apprezzo i loro principi ma in alcuni casi (e sottolineo “in alcuni casi”) mi sembrano un po’ fuori dal mondo. Rudolf Steiner non era certo un uomo all’antica. Anzi, era un grande innovatore, e sono certa che avrebbe saputo stare al passo con i tempi. Lo stesso vale per Maria Montessori, il cui insegnamento si presta meglio ad essere modernizzato.
Il grande pericolo che questi metodi racchiudono in sé è, oltre a quello della cristallizzazione (l’insegnamento viene preso così come era 100 anni fa senza tener conto che il mondo di oggi è totalmente diverso), è quello dell’estremizzazione. Non amo gli estremismi in generale. Quando poi si tratta di educazione, ancora peggio. L’educazione è fatta di amore, di istinto e, perché no, anche di grandi esempi da seguire, ma non ad occhi chiusi e dimenticando il buon senso.
La scorsa estate ho letto su facebook la disavventura di una mamma desiderosa di essere il più possibile montessoriana. In piscina, la sua bambina (non ricordo l’età, ma la piccola non sapeva ancora nuotare) annaspava in acqua e lei la stava a guardare in virtù del motto montessoriano “aiutami a fare da solo“. Attenzione: non stava a guardarla dalla sdraio con un cocktail in mano, era lì accanto a lei, pronta ad intervenire. Ma prima di farlo voleva lasciare alla bambina la possibilità di sbrigarsela da sola.
Risultato? Cacciata dal bagnino e additata da tutti i bagnanti, si chiedeva dove avesse sbagliato.
Ora, vi prego di non giudicare il comportamento di questa mamma che ha semplicemente peccato di ingenuità. Ho usato questo esempio per farvi capire quanto possa essere nocivo e pericoloso prendere un insegnamento alla lettera, senza considerare le circostanze.
Purtroppo questa signora ha anche drammaticamente frainteso le parole della Montessori, che diceva “AIUTAMI a fare da solo” e non “lascia che me la sbrighi da solo”. Quell'”aiutami” ha un significato. L’approccio Montessori prevede che il bambino, prima che lo si lasci “fare da solo” abbia imparato in modo minuzioso, quasi maniacale, tutti i gesti necessari a svolgere il compito in questione. In questo caso la piccola era assolutamente sprovvista di queste basi.
Come regolarsi, allora? Semplicemente con il buon senso. Ispirarsi ad un metodo educativo che ci sembra in sintonia con il nostro modo di essere genitori è una cosa; seguire alla lettera le direttive di un presunto guru è un’altra. In situazioni di pericolo, poi, inutile chiedersi che cosa avrebbe detto tizio o caio: bisogna intervenire senza esitazioni.
Leggete, informatevi, condividete le vostre esperienze e ascoltate quelle degli altri. Ma quando dovrete prendere delle decisioni riguardo ai vostri figli, fatelo con il cuore.