Mauritius in Famiglia

Mauritius Albion

Nel mio immaginario Mauritius significava essenzialmente “spiaggia”. Così ne ho sempre sentito parlare e così l’ho sempre vista nelle fotografie di chi c’è stato. Acque cristalline, spiaggie paradisiache, grosse conchiglie, cocktail ghiacciati. Allettante, certo, ma non è in questo che avrei investito i risparmi degli ultimi anni.

Poi ho conosciuto Désiré e Shania, mauriziani emigrati in Francia in cerca di lavoro e sbarcati nel nostro paesello. Cattolico lui, Tamil lei, sempre con il sorriso sulle labbra, malgrado la forte nostalgia di casa; sempre gentili e disponibili, sempre pronti a dare il via ad una danza, ovunque ed in qualsiasi momento.

Per via del lavoro di Jean non possiamo muoverci nei mesi estivi e primaverili. Dovendo partire necessariamente d’inverno io, da freddolosa cronica, ho espresso il desiderio di andare al caldo, ed è stato Désiré a suggerirci di visitare la sua terra, assicurandoci che i suoi familiari sarebbero stati felici di accoglierci.

Pare – infatti – che i mauriziani siano conosciuti per la loro disponibilità e gentilezza. Ovviamente, da bravi occidentali, non avremmo mai osato infilarci per tre settimane in casa di qualcuno. Abbiamo quindi affittato una casa poco lontano dalla loro. Gérard, lo zio di Désiré, è venuto a prenderci all’aeroporto e ci ha aiutati a sistemarci.

La zona di Albion, dove alloggiamo, non è delle più frequentate dai turisti, ad eccezione di quelli che alloggiano in uno dei due Club Med dell’isola, che si trova proprio qui.

mauritius

In paese c’è una spiaggia sola. L’acqua è bassa e il fondale è pieno di ricci, coralli e pesci vari; abbiamo visto anche delle anguille. Nei pressi del Club Med deve essere stata ripulita, perché c’è un perimetro, delimitato da alcune boe, nel quale il fondale è meno selvaggio. Alla spiaggia del Club Med si può accedere tranquillamente, a patto di non occupare i lettini e gli ombrelloni. I ragazzi di Albion ci vanno con i loro telefoni per captare il wi-fi del centro vacanze. Nel punto più profondo c’è un pontile ombreggiato da una pagoda, dal quale i più avventurosi possono tuffarsi. Risalire però è un’impresa abbastanza ardua.

6

Alla spiaggia si accede attraversando un ponticello vicino al quale un banchetto vende frutta fresca: ananas già sbucciato pronto da consumare, litchi, mango, anguria e altre prelibatezze che nel viaggio verso i paesi occidentali sembrano perdere gran parte del loro sapore.

Poco lontano si trova un altro ponte, detto “il ponte delle scimmie”.

“Ci sono delle scimmie?” abbiamo chiesto. “Non più. Da quando c’è il Club Med le hanno tolte perché erano pericolose per i clienti.

Da casa al mare ci sono poche centinaia di metri attraverso “via degli squali” e “strada dei barracuda”. Sul lungomare (anche se il mare non si vede perché la strada è separata dalla spiaggia da una folta vegetazione) si trovano il supermarket, l’agenzia di viaggi, il parrucchiere, un ristorante e un negozio di souvenir. Sullo sfondo un meraviglioso albero “flamboyant” (fiammeggiante), dalle spettacolari fronde cariche di fiori rossi.

flamboyant mauritius

La signora del negozio di souvenir conosce già i nomi dei nostri figli. Li lascia entrare ed uscire e risponde alle loro mille domande con un sorriso, nonostante non abbiamo ancora comprato niente.

Il primo giorno, non avendo niente in casa e non essendoci alternative nei paraggi, abbiamo pranzato nel ristorante adiacente, “la murène”. L’aspetto era quello di un baretto squallido di periferia. I proprietari sono due cugini, Clevio e Stephan. Ci ha accolti Clevio con il tipico sorriso mauriziano e due occhi circondati da ciglia che farebbero impazzire di invidia qualunque donna.

Ci siamo accomodati sotto i grossi e rumorosi ventilatori a pale. L’interno ricordava vagamente quello di un ristorante cinese, addobbato per Natale e con i ventilatori in azione.

Per non sbagliare abbiamo preso il piatto del giorno. Un indimenticabile pesce alla griglia. Alla prima forchettata, la mia percezione di quel posto si è completamente ribaltata.

“Non è merito mio” risponde Clevio ai clienti che si complimentano con lui. E a fine servizio fa uscire i due cuochi dall’ingresso principale, attraversando la sala e la terrazza per salutare i clienti e ricevere i loro complimenti.

Ormai siamo diventati di casa a “la murène” e ogni volta Clevio e il suo staff ci propongono una piacevole sorpresa. Il cibo è ottimo, la qualità eccellente. Le verdure sono biologiche, e lui nemmeno lo scrive nel menù! Clevio le va a raccogliere personalmente nell’orto del contadino, che abbiamo anche avuto il piacere di incontrare.

Ma a quanto pare il cibo buono non è un’esclusiva de “la Murène”. Anche a casa della “nostra” famiglia si mangia meravigliosamente, e persino nei chioschi per strada il cibo è ottimo.

La proverbiale gentilezza dei mauriziani si rivela non essere una leggenda. Basta chiedere per strada un’indicazione, che subito qualcuno si offre di accompagnarti.

La famiglia di Désiré (e il povero Gérard che, essendo l’unico patentato ed automunito ha il compito di scarrozzare tutti al lavoro, a scuola, e adesso persino noi in giro) rifiuta categoricamente qualsiasi contributo in denaro da parte nostra.

Per sdebitarci, quindi, portiamo con noi Stacey (7 anni), Ryan (14), Anael (17) e Sharenne (18) quando facciamo delle uscite nei paraggi o quando andiamo al mare. La piccola Stacey ha legato subito con Gloria, mentre le ragazze grandi hanno una sorta di ammirazione nei miei confronti: il fascino del diverso ha sempre un certo peso. Mi guardano con occhi sognanti, mi tempestano di domande e non fanno che ripetermi quanto sono bella e gentile. I loro occhi sono colmi di gratitudine per qualunque piccolo gesto che a noi parrebbe scontato: dal portarle a mangiare fuori al prestare loro lo shampoo dopo una giornata in spiaggia.

Sognano la Francia e l’Inghilterra, e io auguro loro di visitarle in lungo e in largo, sperando che finiscano per tornare a casa, dove hanno una famiglia meravigliosa e una qualità di vita invidiabile nella sua semplicità.